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Politica & Istituzioni

La città? È senza Rete

I Comuni del Nord sono tra i più attivi, ma servizi e informazioni in rete sono scadenti e di scarso interesse. Alcuni siti poi sono solo una vetrina dove il navigatore non trova nulla.

di Alessandra Camarca

Le città italiane si fanno sempre più interattive, ma le amministrazioni pubbliche e i cittadini, finora, le seguono poco. Così, quel laboratorio di democrazia che potrebbe essere rappresentato dalle reti digitali, viene utilizzato solo da ?pochi eletti?, cioè dagli utenti di Internet. Fatto sta che le reti digitali che le amministrazioni locali hanno lanciato su Internet per comunicare i propri servizi all?esterno e rendersi visibili ai propri concittadini sono soltanto 449. Numero davvero esiguo, se confrontato con quei 1.121 siti, di iniziativa pubblica e privata, delle città italiane, che nel giro di un anno hanno più che raddoppiato il loro numero. Queste indicazioni sono emerse dal ?Rapporto 1998 sulle città digitali?, presentato a Roma nei giorni scorsi durante un convegno promosso dall?Assinform, l?Associazione delle aziende di informatica della Confindustria, e dal Censis. I teleservizi più diffusi da Reti civiche e siti Internet sono di tipo turistico (informazioni e orari di musei, biblioteche, rete dei trasporti), informativo (spiegazioni riguardanti l?accesso semplificato alla burocrazia locale) e interattivo (prenotazioni, scambi di notizie) e sono dedicati a realtà geografice circoscritte tra città, province, regioni e isole. Grandi numeri che tuttavia mostrano realtà molto diversificate. Una maggiore crescita di città “web” si è verificata nel Nord-ovest dove sono 398, con il più alto numero concentrato in Lombardia, mentre al Centro i siti locali visitabili dai curiosi navigatori informatici sono soltanto 163. Alcuni siti, in particolare quelli inaugurati dalle città definite ?pioniere?, non si limitano a fornire servizi on line, ma sono capaci di connettersi con altre città digitali, facendo da apripista per nuovi ?coloni?. Altri, invece, si sono fermati al sito vetrina, dove il navigatore non trova nulla oltre al dépliant turistico sulla città. Secondo il presidente dell?Assinform, Giulio Koch, le amministrazioni pubbliche sottovalutano l?immagine informatica della propria città, privilegiando per la promozione dei propri servizi i media tradizionali come la stampa, le radio e le televisloni locali. «Il vero guaio», per Koch, «sta nella mancanza di una politica e di una strategia globale che regolarizzi lo sviluppo dei siti». L?aggregazione e la ricerca di standard comuni da parte della classe politica (Koch auspica la creazione di un ministero dell?Informatica), eviterebbe quella dispersione di dati che emerge dalle realtà territoriali descritte dal Rapporto. E permetterebbe che, parallelamente all?aumento del numero di città digitali, si sviluppassero servizi e si aggregasse più utenza. Dalla ricerca emerge infatti un dato inequivocabile e in controtendenza con l?espansione della telematica civica: è quello rappresentato dall?identikit del cittadino che si ferma nelle città digitali. A ben vedere gli utenti telematici assomigliano molto alla tribù di tecnofili che costituiva lo zoccolo duro dei navigatori Internet allo sbarco della telematica nel nostro Paese. E le cifre presentate nel convegno lo confermano: i servizi messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni vengono letti prevalentemente dai maschi (il 75,4 per cento) con un grado di istruzione medio alto (l?86 per cento) e soprattutto da utenti che padroneggiario computer, modem, e possiedono telefoni cellulari e tv via satellite. Per questo il direttore del Censis, Giuseppe Roma, lancia un appello affinché il sistema delle reti civiche si espanda e vada a toccare anche altri utenti. «Va applicata», afferma Roma, «una maggiore politica di alfabetizzazione informatica e vanno potenziati i servizi adatti a tutte le fasce della popolazione. Con la possibilità da parte degli utenti di usufruire dei servizi interattivi che poi sono quelli che più stimolano il navigatore, che non di rado, invece, rischia di annegare molto prima di arrivare a una notizia utile». Tutto questo dovrebbe sollecitare la classe politica a intervenire per potenziare questo fenomeno. Che ha già creato nuovi posti di lavoro: sono circa diecimila infatti gli occupati nelle pubbliche amministrazioni intorno alle reti civiche.

Le prime sette
Regioni Città in Internet Siti Enti locali
Lombardia 180 67
Toscana 84 50
Veneto 92 42
Piemonte 63 36
Sicilia 73 32
Lazio 27 24
Liguria 153 24
Totale Italia 1.121 449


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