Non profit

La Consulta incontra il ministro Kyenge

Il racconto dell'incontro di Giovanni Bastianini, neopresidente dell'organo consultivo che comprende organizzazioni non profit, enti pubblici e rappresentanti dei volontari

di Redazione


"Il 17 luglio 2013 ho incontrato, insieme a Licio Palazzini e Silvia Conforti – il mio predecessore, memoria storica della Consulta e del servizio civile, Silvia in rappresentanza dei volontari; avevo chiesto anche a Longoni di esserci, ma non gli è stato possibile – la Ministra Kyenge, per invitarla a nome della Consulta a partecipare ad una nostra riunione alla ripresa di settembre". Inizia così la lettera di Giovanni Bastianini, presidente della Consulta, pubblicata su serviziocivile.it.

"La ministra mi ha sorpreso: pensavo ad un primo incontro quasi formale, giusto per parlarle della Consulta, delle nostre preoccupazioni e del nostro desiderio di un confronto con lei. In realtà, la Ministra Kyenge è stata con noi per un’ora e mezzo, dimostrando una notevole padronanza delle problematiche del servizio civile ed uno stile di attenzione e disponibilità raro: per tutto il tempo non ha mai fatto o ricevuto neppure una telefonata, ascoltando e parlando sempre guardando negli occhi i suoi interlocutori", racconta Bastianini. "Tre gli argomenti affrontati: la situazione del servizio civile per l’anno 2013 e 2014; il tema dell’avvio al servizio dei giovani stranieri e le prospettive della riforma".

Sul primo punto, "Kyenge ha dimostrato di aver compreso le ragioni della nostra insistenza sulla necessità di ogni possibile tentativo per aumentare la disponibilità finanziaria immediatamente spendibile, in modo da creare le condizioni per l’avvio al servizio dei 15mila volontari previsti dal documento di programmazione economico finanziaria nei tempi concordati immediatamente seguiti, nei primi mesi del 2014, di un secondo scaglione di volontari che, disponendo di risorse imputabili al 2013, potrebbe essere avviato con lo scorrimento dei progetti già approvati. Sul secondo punto abbiamo chiarito la piena disponibilità dell’intero sistema del servizio civile al reclutamento di giovani stranieri, facendo presente la necessità di una norma di legge che lo consenta. La ministra considera il servizio civile come una parte importante del percorso di cittadinanza per i giovani stranieri al quale sta lavorando insieme al Parlamento – sono stati depositati sulla materia venti progetti di legge – ma ha riferito di sentire pressante l’esigenza di risolvere subito nel modo migliore il caso sollevato dalla sentenza del Tribunale di Milano, dal momento che il giovane cui il Tribunale ha dato ragione ha già presentato una diffida al Dipartimento in merito a nuovi bandi di servizio civile che non contemplino l’ammissibilità dei giovani stranieri. Su questo punto Kyenge ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, per avere indicazioni su scelte idonee a scongiurare il rischio di un blocco giudiziario del prossimo bando. Saremo informati a stretto giro sul percorso che verrà consigliato al Dipartimento".

Infine, scrive Bastianini, "sul terzo punto abbiamo rappresentato alla ministra l’esigenza da noi avvertita che il servizio civile venga riformato rapidamente, salvaguardando la sua natura di servizio di difesa della Patria con mezzi non militari, ma soprattutto che la riforma serva ad ancorare il servizio civile tra le politiche che il Governo ha annunciato a favore dei giovani, in una dimensione sia nazionale che europea".

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