Cultura

La croce fa quadrato

Esclusiva. La prima intervista al futuro presidente della Cri

di Redazione

Fra Massimo Barra e la Croce Rossa è stato amore a prima vista. Fin dal primo incontro. Correva l?anno 1955 e Massimo aveva 8 anni. Il colpo di fulmine ha un nome e un cognome: Carla Livirghi, la moglie di un ufficiale di marina, che viveva sullo stesso pianerottolo dei Barra nel palazzo di piazza Cola di Rienzo a Roma.La signora Carla non aveva figli, Massimo nessun fratello con cui condividere giochi e divertimenti, il feeling nacque naturale. Ma quell?amicizia non sarebbe stata quella che poi fu se un giorno Massimo non avesse notato sull?attaccapanni della Livirghi una divisa che lo segnò per tutta la vita: un abito da crocerossina. «Bellissima! In quell?istante decisi che la Croce rossa sarebbe stata la mia casa. Il primo appuntamento fu la settimana della Cri», ricorda il neo presidente della Croce rossa italiana. L?incoronazione ufficiale si tiene il 12 dicembre, in occasione dell?assemblea nazionale dell?ente. I giochi ormai sono fatti: Barra è il candidato unico alla poltrona più importante di via Toscana. «Mi spiace solo che Carla non ci sia più», dice: la Livirghi, infatti, è mancata un anno fa. L?assise romana non sarà però una semplice passarella, ma servirà a scegliere i nomi dei sei consiglieri che affiancheranno Barra nei prossimi quattro anni di governo dell?ente.

Ma chi è Massimo Barra? A leggere le 13 pagine del suo curriculum (scaricabile dall?aggiornatissimo sito www.massimobarra.it) si rischia l?indigestione. Basti ricordare che nasce a Roma il 22 agosto 1947, otto anni dopo è già un volontario della Cri, nel 1960 entra nei pionieri. Conseguita la maturità classica e la laurea in Medicina e chirurgia con 110 e lode, a 29 anni fonda, sempre a Roma, la comunità terapeutica per tossicodipendenti Villa Maraini. Al momento è vicepresidente della Federazione della Croce rossa internazionale. Da poche settimane a Seul l?assemblea generale della federazione lo ha eletto presidente della commissione Sviluppo. Non è sposato e non ha figli. Quanto alla collocazione politica, Barra è un uomo di difficile inquadramento. Per anni si è portato sulle spalle l?etichetta di uomo di Fini, anche se è si è sempre dichiarato a favore dell?uso del metadone nei confronti dei tossicodipendenti, facendo, fra l?altro, imbestialire a più riprese don Pierino Gelmini, una delle personalità più amate dai colonnelli di An. In ogni caso quell?incasellamento sette anni fa gli è costato la sconfitta nei confronti di Maria Pia Garavaglia, che allora lo bruciò sul filo di lana aggiudicandosi la presidenza della Cri, dopo decenni di commissariamento governativo (una prassi che sarebbe presto ripresa prima con la stessa Garavaglia e poi con la stagione Scelli). Chi lo conosce bene ricorda che Barra faticò a riprendersi, ma forse proprio dalle ceneri di quella débâcle ha trovato la chiave di volta che in questa occasione gli ha permesso di gestire al meglio una campagna elettorale lunga e insidiosa.

Vita: Chi è stata la prima persona a cui ha comunicato la vittoria?
Massimo Barra: Alberto Cairo. La notizia l?ho saputa mentre ero con lui in Afghanistan in missione per la federazione.

Vita: Come si è arrivati a una candidatura unica? All?inizio sembrava che lei avrebbe dovuto competere con carichi da novanta. Prima fra tutti la presidente di Telethon, Susanna Agnelli?
Barra: Io sono un uomo di Croce rossa. Il mio nome è stato il frutto di un processo di consultazione democratica reale, in cui la base ha giocato un ruolo straordinario. Certo, però, non nascondo che parallelamente è stato messo a punto un processo di convergenza che ha coinvolto anche i piani più alti.

Vita: Veniamo al programma: quali saranno le priorità dei suoi primi cento giorni?
Barra: La valorizzazione dei comitati locali è la questione che ho più a cuore. Il comitato centrale dovrà divenire un service che facilita la vita dei comitati locali. L?obiettivo è tornare nei territori. Tagliare tutti i lacci e lacciuoli che legano le mani a chi è a contatto con i nostri utenti, che sono le persone che stanno male. In una parola: meno burocrazia. In più prometto di rispettare al minuto ogni appuntamento che prenderò con tutti i nostri iscritti.

Vita: Questo all?interno. Guardando invece fuori dai confini della Cri?
Barra: Le parole d?ordine saranno: totale indipendenza e neutralità. La Cri non può essere considerata come rappresentante di una parte. Siamo un organo ausiliare dello Stato e tali vogliamo restare.

Vita: In questo senso auspica un cambio di marcia rispetto alla gestione Scelli?
Barra: Io sono grato a Scelli. È stato lui a permettermi di arrivare alla vicepresidenza della federazione internazionale ed è stato fondamentale anche nella mia corsa alla sua successione. Poi è ovvio: chi non fa non falla.

Vita: Come valuta il protagonismo dell?avvocato abruzzese sullo scenario iracheno?
Barra: Su questo posso dire che la mia Cri si atterrà pedissequamente alle regole. Non parteciperemo in alcun modo ad azioni unilaterali. Ogni nostro intervento sarà gestito in modo bilaterale e multilaterale. Ritengo che l?impegno della Cri a Nassiriya sia assolutamente legittimo. In quel contesto operiamo come organi ausiliari delle Forze armate e questo fa parte delle nostre facoltà e dei nostri compiti. Il caso di Bagdad è diverso: le società nazionali devono tenere conto delle indicazioni che arrivano da Ginevra.

Vita: Alla fine Guglielmo Stagno d?Alcontres, attuale presidente regionale della Cri siciliana, ha scelto di appoggiare la sua candidatura, dopo che per settimane era stato considerato un suo potenziale concorrente. Stagno, fra l?altro, è il deus ex machina della Sise (Siciliana servizi d?emergenza), una società privata, posseduta al 100% dalla Cri locale. Con la gestione Barra dobbiamo aspettarci l?allargamento di quella contestata esperienza e la nascita di una Cri spa a livello nazionale?
Barra: Ognuno deve essere se stesso. Le società per azioni fanno parte del profit, la Croce rossa del non profit. Chi è maschio è maschio, chi è femmina è femmina. La Cri non potrà mai mettersi a scimmiottare la Fiat. Anche perché la normativa internazionale non ce lo permetterebbe. Abbiamo già visto quanti problemi ha creato la Mezzaluna rossa turca che ha deciso di gestire un?impresa tout court.

Vita: Nello scorso marzo è stato istituito un tavolo di confronto con Anpas e Misericordie, per la gestione dei servizi di 118 a livello territoriale. Dopo un avvio in pompa magna, nei mesi successivi Scelli si è dimostrato molto tiepido. Pensa che si possa riaprire quell?esperienza?
Barra: La partnership è uno strumento necessario per raggiungere l?obiettivo primario che, lo ripeto, è l?assistenza dei bisognosi. Non si può però negare la natura delle diverse organizzazioni. La Croce rossa e il volontariato sono due realtà diverse. Noi siamo l?anello di congiunzione fra la società civile e le istituzioni, il privato sociale è altro.

Vita: Ritiene giusto che la Cri goda di sovvenzioni statali?
Barra: Certo: siamo un organo ausiliare. Trovo semmai particolare che l?ente si sia adagiato su questa disponibilità. Il mio obiettivo sarà di lanciare un?attività di fund raising della Cri, in modo da poter contare su risorse altre rispetto a quelle pubbliche.

Vita: Come valuta l?introduzione del cristallo come nuovo simbolo aggiuntivo della Croce rossa?
Barra: Sono i tempi e le contingenze internazionali che hanno imposto una scelta di questo tipo. In alcuni contesti la croce, come la mezzaluna, non erano più percepiti come emblemi neutrali. Caratteristica che invece è unanimemente riconosciuta al cristallo.

Vita: Un?ultima domanda, sappiamo dello stipendio dorato del commissario straordinario: quanto guadagna invece il presidente della Cri?
Barra: Nemmeno un euro. Questo è un incarico da volontario.

I numeri
Un esercito di 300mila volontari per una rete di 470 comitati locali

Le nomination per il Consiglio sono 9: Alberto Bruno, Tonino Calvano, Francesco Caponi, Claudio Ghidini, Giuseppe Giannattasio, Novella Ricci, Maria Grazia Rossi Lucifero, Maria Teresa Letta e Guglielmo Stagno d?Alcontres, tutti aderenti alla Lista Massimo Barra per presidente. Tra questa rosa di nomi verranno scelti, il 12 dicembre prossimo, i 6 consiglieri che affiancheranno Barra nel suo mandato quadriennale al vertice della Cri.

Sono circa 300mila i volontari della Croce rossa italiana, dei quali circa 150mILA hanno diritto di voto. La Croce rossa è suddivisa in 6 diverse componenti volontaristiche: il Corpo militare (con compiti, tra gli altri, relativi allo sgombero e cura dei feriti e malati di guerra, nonché delle vittime dei conflitti armati, allo svolgimento dei compiti di carattere sanitario e assistenziale connessi all’attività civile); il Corpo delle infermiere volontarie; i Volontari del soccorso (che rappresentano il movimento più numeroso in servizio attivo); il Comitato nazionale femminile (che opera con 252 sezioni e 30MILA volontarie attive); l?organizzazione dei Pionieri (rappresentano la componente giovane della Croce rossa italiana; sono il corrispettivo delle sezioni giovanili, presenti in ogni società nazionale di Croce rossa); i Donatori di sangue.
La Croce rossa italiana è strutturata in un Comitato centrale, 20 Comitati regionali, 103 provinciali e 470 locali.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.