Cultura
La Dad che fa bene alla scuola
Uscito il libro di Tonino Stornaiuolo, il maestro che durante il lockdown si è inventato la Dab – la didattica ai balconi. Nel volume edito da edizioni meridiana racconta del tentativo, insieme ai suoi bambini di abbattere i muri virtuali della rete e quelli scolastici. Scrive Marco Martinelli nell’Introduzione: “Queste pagine testimoniano che ancora si può dare senso al fare scuola"
di Redazione
Tonino Stornaiuolo è un maestro di scuola primaria, ma anche un educatore, un attore, un artista che ha fatto dell’impegno civile e pubblico una missione. Scommettendo su un binomio troppo spesso trascurato: quello tra creatività e pedagogia. Abbiamo conosciuto la sua straordinaria energica ostinazione in occasione del lockdown, quando si è inventato la DaB, la didattica ai balconi. Non potendo più fare lezione in classe, è andato a trovare i suoi alunni strada per strada, appartamento per appartamento, con lo scopo di tenere viva la materia prima di ogni rapporto educativo profondo: la relazione. Coltivando una pratica: la scuola ovunque.
Più in generale, maestro Tonino in questi mesi ha lavorato sul capovolgimento della Dad, provando a trasformare l’esperienza della Didattica a Distanza in un’occasione imperdibile per intensificare la prossimità e annodare le comunità scolastiche.
In questa ottica, edizioni la meridiana pubblica il suo libro (nell'immagine la copertina), “Dad. Dove andiamo da soli”, in cui maestro Tonino racconta del tentativo, insieme ai suoi bambini, di abbattere i muri virtuali della rete e quelli reali della scuola, portando la didattica su un altro livello: quello dell’immaginazione.
Il libro di Stornaiuolo scorre veloce, come un flashback che riparte dal marzo 2020 e ci fa ripercorrere l’anno del Covid con gli occhi della scuola. Ci ritroviamo, all’inizio, ancora in classe: i genitori spaesati, le classi con l’odore di Amuchina, l’ipotesi della scuola in presenza che finisce. Poi Codogno e la didattica a distanza. In mezzo, la necessità di attivare ogni energia creativa per disegnare una traiettoria didattica nuova, capace anche di esondare dai programmi ministeriali per lavorare sull’invenzione e sull’immaginazione e non interrompere né il diritto alla scuola né quello all’infanzia dei bambini.
Attingendo soprattutto al gioco-teatro e ai suoi anni da attore, maestro Tonino ha sempre provato a interpretare una scuola diversa, capace ad esempio di sfidare i bambini a trasformarsi in RicercAttori, ripercorrendo con loro storie e mitologie. O cimentandoli con l’avventura del “giornale murale”: in un grande scatolone con i buchi, ogni bambino mette lettere, disegni, storie che, una volta al mese, si estraggono a sorte, si commentano, si scelgono e si organizzano in un grande giornale assemblato su un grande foglio di carta da imballaggio. Impossibile replicare tutto questo in Dad? Impossibile no, ma praticare a distanza una scuola così polifonica e generativa non sempre è stato facile. Ma maestro Tonino non si è perso d’animo. Le performance dei RicercAttori sono proseguite, il giornale murale ha avuto le sue edizioni online, i bambini sono stati ingaggiati in diverse sfide, spesso attivate via whatsapp, come quella di disegnare e scrivere “il fuori” dal proprio balcone. E, in più, si è spalancato un rapporto più aperto, coinvolgente e sperimentale con i genitori, con la famiglia sempre più parte della scuola.
Come scrive Marco Martinelli nell’Introduzione: “Queste pagine testimoniano che ancora si può dare senso al fare scuola, memori delle lezioni di Don Milani e Freire, ricche come sono della capacità di Tonino Stornaiuolo di farsi medium, un tempo sulla scena, oggi in classe, canale creativo della lava incandescente, dionisiaca, incarnata dalle sue piccole guide, da lui sapientemente guidate: sfogliatetelo, è un libro corale, consapevole che il coro – se ben interpretato – non annulla, ma esalta il singolo, basta un’occhiata per vedere quante voci raccoglie, quante parole, quanti volti e profili, quante vite, Mariano e Davide e Sofia e Giada e tanti altri nomi, e ogni nome è un romanzo”.
In apertura image by Ana Krach from Pixabay
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