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La Fornero? «Mi costringerà a licenziare»

Ci scrive la presidente di Ant: «Con l'irrigidimento del mercato del lavoro, io sarò costretta a pormi il problema di quante Persone lasciare a casa o confermare».

di Raffaella Pannuti

«Mi trovo ad essere responsabile di un’organizzazione collocata nel terzo settore. Il non profit è quel contesto, talvolta un pò complesso e con particolari specificità, dove convivono volontariato e professionisti e dove non c’è una “divisione di utili” – tanto per intenderci – ma tutti i fondi raccolti vengono finalizzati a servizi utili alla nostra società. Nel particolare, la Fondazione ANT si occupa di assistenza socio sanitaria ai Sofferenti di tumore nelle loro case e lo fa in modo completamente gratuito. Tutto questo è cominciato 35 anni fa grazie all'impegno dei Volontari, che ancora oggi sono l'anima del nostro progetto. I Volontari, sempre più rari, non possono caricarsi di un’assistenza professionale 24 ore su 24, ma hanno l’obiettivo di mantenere saldi i valori etici e la rete di relazioni alla base del successo del nostro progetto.

Il servizio di cure palliative è fornito da medici, infermieri, psicologi che sono liberi professionisti, pagati grazie alle donazioni di sostenitori privati, e da aziende che riconoscono la serietà della nostra Fondazione e la necessità di aiutare i loro concittadini.
Questi contributi rappresentano l’83% dei fondi che raccogliamo, a fronte del 17% che ci vengono da convenzioni con le Istituzioni pubbliche.

Accanto ai liberi professionisti ci sono persone, dipendenti e collaboratori, che provvedono ai servizi accessori all’assistenza e alla raccolta dei fondi. ANT, con circa 400 persone a libro paga, si prende cura ogni giorno, nelle loro case, di oltre 3600 Sofferenti di tumore in fase avanzata e avanzatissima gratuitamente per queste Famiglie, (il 50% in più negli ultimi 10 anni): una vera e propria azienda di solidarietà che opera in questo momento storico, attraversato da una profonda crisi economica che non favorisce certamente le donazioni e dove l'assistenza domiciliare ai Pazienti cronici è una scelta prioritaria di una sanità pubblica e responsabile per continuare a dare risposte a una popolazione che diventerà sempre più anziana.

Con l'irrigidimento del mercato del lavoro, io sarò costretta a pormi il problema di quante Persone lasciare a casa o confermare: Persone che collaborano con i Volontari ANT per sostenere ogni giorno il personale sanitario nell’assistenza domiciliare e nella raccolta fondi. Perché devo fare questa scelta drammatica? Perché i contratti di lavoro, con la nuova legge Fornero, sono diventati troppo onerosi, in termini di contributi e di mancanza di flessibilità temporale (lasciando comunque basse le paghe nette) e le donazioni possono non essere più sufficienti. Il risultato è che molto presto si potrebbero creare dei disservizi nell’assistenza ai Sofferenti di tumore. Il danno, poi, per queste persone è duplice perché oltre a trovarsi disoccupate, escono dal circuito lavorativo, dove, soprattutto in questo periodo, è assai difficoltoso rientrare. Fare il Volontario è molto spesso una vocazione quando il lavoro lo si ha già, o una scelta quando si è esaurito il proprio ciclo lavorativo; lavorare significa dignità di vita, quell’Eubiosia che noi mettiamo in pratica da 35 anni.

Pur comprendendo le ragioni che stanno alla base della riforma Fornero, finalizzate anche a porre fine a tanti, troppi abusi perpetrati, in particolare, nei confronti delle giovani generazioni, credo che l’allarme che segnalo andrebbe preso in debita considerazione. Il rischio che, nel tener conto delle ragioni che ho portato, ci sia chi nuovamente ne approfitti è reale, ma potrebbe essere facilmente contenuto con adeguati controlli che organizzazioni, come ANT, non temono ma auspicano.
Mi piacerebbe che queste mie preoccupate parole venissero ascoltate e condivise. Nell’essere oggi costretta a prendere decisioni così delicate, sento infatti un profondo senso di solitudine».
 


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