Welfare
La lenta rivoluzione del conto corrente multiculturale
Quasi un milione e 400mila immigrati hanno aperto un conto bancario. Una corsa alle filiali che ha svegliato gli istituti del Paese, ora pronti a contendersi
di Redazione
I mutui diventano ?extragentili?. Il conto corrente flessibile e poliglotta. E lo sportello si fa in tre: spunta nei quartieri difficili, allunga gli orari di lavoro e punta ad aprire anche il sabato. A trasformare, seppur con il passo del bradipo, le banche italiane in comprensive agenzie su misura, ci ha pensato una torta invitante da 25 miliardi di euro l?anno, ovvero il valore prodotto dal lavoro di 2,6 milioni di immigrati presenti legalmente nel Belpaese. Il loro reddito è inferiore del 40% alla media nazionale, ma riesce comunque a generare 5,6 miliardi di risparmi (pari a 1,4 milioni di conti correnti) che incominciano a fare gola al sistema creditizio.
50 prodotti sul mercato
Fino a cinque anni fa i prodotti dedicati ai nuovi cittadini si contavano sulle dita di una mano. All?epoca l?attività finanziaria degli extracomunitari si concentrava perlopiù sulle rimesse (per flussi di circa 4 miliardi di euro), un segmento però poco redditizio per le banche e quindi lasciato in appannaggio quasi esclusivo degli operatori dei money transfer. «Oggi lo scenario è profondamente cambiato», spiega Enzo Mario Napolitano, il fondatore dell?Osservatorio Welcome Bank di Etnica.biz. «Nella nostra ultima indagine abbiamo individuato oltre 50 prodotti diversi elaborati per andare incontro alle esigenze dei nuovi cittadini. Non mancano le realtà ancora impreparate ai cambiamenti sociali, ma ormai quasi tutti i big del credito sono entrati nella partita».
Secondo una ricerca del Censis, gli stranieri sono risparmiatori prudenti e consapevoli: il 42% ha acceso un prestito per un pagamento rateale e solo il 2% non è riuscito a rimborsare. Percentuali in linea con i clienti italiani. Un eccellente tasso di solvilibità che ha portato nel 2005, stando a uno studio di Abi e Cespi, il sistema bancario ad allargare i cordoni della borsa, concedendo finanziamenti ad hoc per 4,8 miliardi di euro (+43% rispetto al 2004). Boom dei prestiti anche per l?acquisto della casa. Lo confermano le statistiche di Kìron (Tecnocasa): lo scorso anno 530 milioni di euro sono stati investiti in mutui per l?abitazione.
Occhio alla ghettizzazione
«Ora però bisogna guardare oltre», continua Napolitano, «queste persone non sono più stranieri, ma nuovi italiani. Da multiculturale la banca deve diventare interculturale, capace di integrare i nuovi cittadini evitando la ghettizzazione del risparmio». Su questa scia la galassia del credito si sta attrezzando per le sfide del futuro. Come nel caso dell?iniziativa di Unicredit con le Agenzie Tu: tre sportelli aperti a Torino, Milano, Bologna, e altri 10 in cantiere, che si rivolgono principalmente agli immigrati. Ma non solo. L?idea di fondo è la promozione di un social banking, una banca in grado di accogliere le fasce più deboli della società. E allora la brochure offre un conto corrente a cinque euro, speciali programmi assicurativi per i cittadini non italiani, gratis sei bonifici esteri, mutui per lavoratori a tempo determinato.
Così si muove anche Monte Paschi di Siena che ha inaugurato un modello di ?banca senza frontiere?, con condizioni di particolare favore per i cittadini stranieri: invio delle rimesse senza spese di commissione, rilascio gratuito della carta di credito ricaricabile, agevolazioni sui prestiti e sui mutui. I
n scuderia il gruppo Intesa San Paolo ha due assi già nella manica pre fusione: i quattro Multiethnic point (Torino, Padova, Napoli e Pescara), isole di accoglienza dedicata alla clientela immigrata, e il conto People della banca meneghina, il primo servizio bancario multilingue avviato in Italia. Banca Popolare di Milano ha elaborato una linea di prodotti Extraordinario che comprende condizioni particolarmente favorevoli sulle rimesse, emissione di carte prepagate, trasporto salme assicurato fino al luogo di inumazione all?estero.
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