Non profit

La lezione di Parent Project

di Redazione

Parent Project onlus ha vinto in pochi giorni una battaglia drammatica per la sopravvivenza. L’associazione che da anni segue da vicino le famiglie con figli colpiti dalla distrofia di Duchenne o di Becker stava rischiando di chiudere i battenti. Una denuncia forte e chiara del presidente Filippo Buccella spiegava come e perché. In pratica Parent Project aveva partecipato a un bando pubblico previsto dalla legge 382, e aveva vinto un consistente finanziamento per dare ancora più forza a un servizio di consulenza e di ascolto, nel momento cruciale in cui, fra l’altro, sta partendo la sperimentazione clinica, per la prima volta in Italia, mirata a ritardare e sconfiggere queste pesanti forme di distrofia muscolare. Con la certezza del finanziamento l’associazione, fidandosi del ministero del Welfare, aveva provveduto ai contratti con il personale dedicato e all’organizzazione del servizio. Ma i fondi non sono arrivati, e nessuno ha risposto per mesi alle sollecitazioni provenienti dalla onlus. Poi la decisione, rischiosa, di fare “outing”, di scrivere una lettera aperta al ministro Sacconi, minacciando la chiusura, a settembre.
È scattata subito una mobilitazione virtuosa, sul web, nelle radio, nei siti di informazione. E il ministero, nel giro di pochi giorni, ha confermato che onorerà i suoi impegni, e il finanziamento conquistato in modo trasparente (un bando di gara) sarà erogato regolarmente. Tutto bene quel che finisce bene. Mi restano però molti dubbi. Se il combattivo presidente di Parent Project non avesse avuto il coraggio di denunciare questa vergogna? Che cosa sarebbe successo? E perché i diritti devono essere sempre conquistati combattendo in prima linea? Perché in tempi di crisi devono pagare per primi i più deboli, ossia le associazioni di volontariato? Quante sono le situazioni simili a quella di Parent Project? Forse è il momento di alzare la testa, perché si annuncia un autunno freddo.

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