Cultura
La loro parrocchia si chiama africa
Una storia corale. Quella dei missionari della Fraternità di San Carlo Borromeo (nata dal carisma di Comunione e liberazione) che operano nella parrocchia di San Joseph...
Una storia corale. Quella dei missionari della Fraternità di San Carlo Borromeo (nata dal carisma di Comunione e liberazione) che operano nella parrocchia di San Joseph a Nairobi, per la precisione nel quartiere Kahawa Sukari. In lingua kiswahili significa ?caffè e zucchero?, che è il titolo del libro di Filippo Cavazza.
Il volume (con la prefazione di Massimo Camisasca, superiore generale dell?ordine) è tutt?altro che un libro pio. Non ci sono né santi né eroi e scorrendo le pagine non si trova neppure la denuncia sociale dei mali dell?Africa e della povertà degli africani. Cavazza semplicemente racconta attraverso una prosa pulita e precisa la vita per certi versi straordinaria del gruppo di sacerdoti che animano la parrocchia d?Africa guidati dalla passione: per Cristo e la gente che, dicono, «sono in realtà un?unica passione».
La chiave di lettura di Caffè e zucchero si può cogliere nella prefazione: «Il coraggio consiste nel non avere schemi preconcetti e nell?essere dominati solo dall?amore. Chi è dominato dall?amore è paziente, perché tutto ciò di cui ha bisogno è già presente nell?attimo che vive». Il libro è una visita alla missione che si apre con un benventuo, o meglio ?karibu!?, il saluto tradizionale che don Alfonso Poppi (quello ritratto nella copertina nel libro), rivolge a chi arriva nella parrocchia di San Joseph. L?invito accogliente che apre il primo capitolo, che presenta i co-protagonisti della storia: don Alfonso, don Valerio, don Giuliano e don Agapitus Angee, il primo sacerdote africano della Fraternità San Carlo.
Accanto ai sacerdoti ci sono tanti altri protagonisti, soprattutto i parrocchiani capaci di organizzare un harambee (un genere di colletta ideata dal primo presidente del Kenya) per costruire la nuova chiesa che nel 2000 ha raccolto quasi 40mila euro. A scorrere i capitoli spuntano parole come jumuias, termine che indica gli incontri settimanali realizzati nelle case dei parrocchiani. O come Huruma, cioè Misericordia, che apre il capitolo dedicato alle iniziative di carità, al rapporto con la missione delle suore di Madre Teresa e alla nascita del Meeting Point: luogo di ritrovo dei volontari che forniscono assistenza domiciliare e aiutano gli orfani dell?Aids.
In appendice Cavazza propone le lettere che i missionari in Kenya e don Massimo a Roma si sono scambiati: uno spaccato vivace di un cammino iniziato nel 1997 e che fa intravvedere il prendere forma di un popolo nuovo.
Filippo Cavazza
Caffè e zucchero
San Paolo, pp. 160, 9,50 euro
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