Non profit

La mannaia della crisi sulle micro associazioni

di Redazione

Èuna piccola, simpatica, intelligente associazione di Milano. Si chiama “L’abilità” e già il nome porta con sé autoironia e capacità di comunicare. Nel panorama delle associazioni che si occupano di disabilità questa ha scelto, ovviamente perché centrale nell’esperienza esistenziale dei fondatori, Laura Borghetto e Carlo Riva, di occuparsi di bambini. Nel suo sito, www.labilita.org, si legge: «Il mondo a misura di un bambino con disabilità è un mondo umano per tutti». Appunto. Come non essere d’accordo? Peccato che proprio in questi giorni, quasi sottovoce, l’associazione informi di essere stata costretta a sospendere il bel servizio chiamato Spazio Gioco: «La scelta di sospenderne le attività è stata difficile e dolorosa», si legge nella newsletter, «per la prima volta nella storia dell’associazione, infatti, questo progetto sperimentale creato da L’abilità, unico a Milano, non può contare su un finanziamento. È importante ricordare infatti che le attività dello Spazio Gioco sono state cofinanziate fino al 15 febbraio scorso dal Comune di Milano, assessorato Famiglia, Scuola e Politiche sociali (legge 285/97) all’interno del «Progetto Nemo». Per i mesi successivi il progetto è stato autofinanziato dall’associazione tramite la raccolta fondi e i contributi dei genitori, in attesa di un rifinanziamento.
«Il 15 ottobre 2008 abbiamo presentato la documentazione per il bando relativo e da allora siamo in attesa dell’esito. Da questo bando dipendono lo Spazio Gioco e i servizi di sollievo, di cui attualmente non possiamo farci carico». Una piccola storia, una grande perdita di qualità nel welfare milanese, che dovrebbe essere un faro per il Paese. Ma quante di queste situazioni si stanno verificando in Italia sotto i colpi della crisi e dei tagli alla spesa “sociale”? Specialmente le piccole associazioni, ben radicate nel territorio, svolgono un ruolo insostituibile e parsimonioso, proprio perché abituate a far quadrare i conti.

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