Non profit
la medicina giustabnata in cooperazione btra industria e ong
sfida alla malaria La case history di Asaq
di Redazione

Da una parte una multinazionale francese come Sanofi-Aventis. Dall’altra Medici senza frontiere. Così è stata sviluppata questa medicina a basso costo per combattere la malaria non complicata. Ma non basta, come spiega l’ad dell’azienda transalpina: «L’industria del farmaco deve rivedere le proprie politiche»
L a femmina della zanzara anopheles è il killer più spietato della Terra. La sua puntura, che trasmette il parassita della malaria, causa ogni anno quasi tre milioni di morti, soprattutto nell’Africa subsahariana. Questa malattia da sola consuma un quarto dei redditi delle famiglie. In alcuni Paesi arriva ad essere la causa del 40% delle spese della sanità pubblica, dal 39 al 50% dei ricoveri ospedalieri e del 60% delle visite ambulatoriali.
Effetti collaterali
La malaria, produce anche effetti collaterali: aumento della povertà, difficoltà di apprendimento, diminuzione della frequenza scolastica e di quella lavorativa. Questa infezione non è solo diffusa nei Paesi del Sud del mondo, come comunemente si crede, ma fa sentire la sua presenza anche nel Vecchio Continente.
In Europa c’è una malaria cosiddetta d’importazione e secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità si segnalano tra i 10 e i 12mila casi all’anno, anche se è probabile che i dati siano sottostimati. La maggior parte di essi si verificano in Francia, Regno Unito, Germania e Italia. Le regioni italiane dove sono più presenti casi di malaria d’importazione sono la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Lazio, la Toscana e le Marche. Proprio dall’Italia è partito un appello, lanciato dalla multinazionale francese del farmaco Sanofi-Aventis, che per bocca del suo ad, Daniel Lapeyre ha detto che «è difficile fare il mestiere di industriale del farmaco con serenità. Noi dobbiamo farci carico di questi problemi, non possiamo rimanere indifferenti al fatto che a otto ore di aereo dall’Europa ci siano dei tassi di mortalità altissimi».
Il ruolo dell’Italia
Lapeyre ha sottolineato anche che «l’Italia riveste un ruolo chiave all’interno del Gruppo nella produzione di farmaci destinati al terzo mondo, perché a Garessio (in provincia di Cuneo) da quest’anno viene prodotto l’artesunate, uno dei due principi attivi della combinazione Asaq che viene offerta a prezzi agevolati ad istituzioni e ong in Africa per la cura della malaria non complicata. Per il futuro è strategico investire in ricerca, portare i farmaci a prezzi accessibili». L’Asaq è frutto di una collaborazione tra Dndi – Drugs for Neglected Diseases Initiative, ente non profit di ricerca e sviluppo fondato nel 2003 da Medici Senza Frontiere, e il laboratorio farmaceutico di Sanofi-Aventis.
«L’industria del farmaco deve rivedere le proprie politiche», ha aggiunto Lapeyre, «perché si tratta anche di una questione politica e dunque c’è la necessità di una cooperazione tra i governi interessati del Nord e del Sud del mondo».
Amref-Italia, Cesvi e Medici per l’Africa, tre ong attive nelle zone malariche, pensano che per sconfiggere la malattia si debba puntare su una strategia fondata su progetti integrati che coinvolgano il tessuto sociale locale, i governi e le industrie farmaceutiche. La voce dell’Africa si è fatta sentire tramite un esperto come Wilfred Mbacham , del Centro di biotecnologie della salute pubblica dell’università di Yaoundé, in Camerun. Il professore ha detto che serve una forte collaborazione con l’Europa, in termini di aumento dello scambio delle conoscenze nel settore della ricerca, al fine di sviluppare nuovi farmaci e renderli disponibili alle popolazioni colpite dalla malaria.
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