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La miglior legge possibile. Per ora
Il ministro delle Finanze Visco spiega la nuova normativa
Le associazioni e gli enti non profit che ogni giorno organizzano, motivano e muovono milioni di cittadini e che danno migliaia di risposte ai più svariati bisogni erano ormai abituati a riconoscimenti più retorici che sostanziali. Pacche sulla spalla e medaglie in quantità ma nelle attività d?ogni giorno il rapporto con lo Stato continuava a essere regolato da una serie infinita di penalità, balzelli, obblighi. Dal 14 novembre qualcosa è cambiato. Il governo ha infatti licenziato una legge fiscale che è senza dubbio il primo riconoscimento strutturale al Terzo settore: la legge di riforma in materia di disciplina fiscale per gli enti non commerciali e le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (la pubblichiamo integralmente nell?inserto centrale) che in calce porta la firma del ministro meno amato dagli italiani, visto che si occupa di tasse: Vincenzo Visco, titolare delle Finanze. Un ministro con cui ?Vita? ha dialogato in prima persona e a distanza nel corso di questi diciotto mesi di governo. Un dialogo spesso vivace, qualche volta vere e proprie vertenze, come quando abbiamo rappresentato anche in copertina le istanze degli enti non profit di raccolta fondi per la ricerca scientifica. E quello con Visco sarà un dialogo destinato a durare nel tempo, nel reciproco rispetto dei ruoli (quello di una informazione di settore e indipendente e quello di chi rappresenta le istituzioni) anche perché la legge prevede alcuni importanti adempimenti per andare a regime e perché lo stesso testo di legge prevede due anni per eventuali integrazioni e correzioni. Ma oggi è giusto fare il punto e riflettere sul traguardo raggiunto. Signor ministro, quando ha creduto che questa legge sarebbe arrivata in porto? Non ha mai dubitato? Devo dirle la verità: ho vissuto questo percorso con assoluta tranquillità perché la scelta fondamentale fu fatta con la Finanziaria del 1997che fu presentata nel settembre ?96. In quella data il sottoscritto e il governo presero un impegno ed era ovvio che avremmo fatto di tutto per rispettarlo. L?intero Terzo settore accettò allora la scelta della delega al governo per questa riforma fiscale capendo che era la via più certa e con i tempi più ragionevoli. Non dimenticherei che su questa legge delega, a differenza di molte altre, anche l?opposizione non fece obiezioni. Da allora per un anno si è lavorato per raggiungere la forma possibile e migliore, con fatica, con momenti di contraddizione e di acceso dibattito, vincendo timori pregiudiziali. Si è lavorato sino all?ultimo minuto privilegiando il dialogo alle certezze. E in questo ringrazio il professor Zamagni per la sua pazienza infinita e tramite lui tutti coloro che hanno contribuito a questo primo importante risultato. Onorevole Visco, lei si rende conto che questa legge sulle Onlus rappresenta un atto di fiducia verso una parte importante del Paese, un esempio, che speriamo non rimanga unico, di fisco più leggero, di un fisco che rinnova un patto con i cittadini non più fondato solo sulla paura della repressione che poi non c?è?È indubbio che con questa legge delega abbiamo voluto investire sul futuro di un settore che potrà avere un grande ruolo nella riforma del Welfare. Ma occorre anche dire che questa legge finalmente equipara la nostra ad altre legislazioni dei Paesi più avanzati. Insomma, dovevamo colmare un ritardo. In questi mesi lei ha conosciuto la realtà del Terzo settore italiano: che percezione ne ha avuto? È un mondo vitale e composito, pluralista per ispirazione, per composizione sociale, per età, per distribuzione territoriale, e questo ci ha obbligato all?esercizio del dialogo e dell?ascolto delle diverse istanze nel tentativo di trovare dei punti di sintesi. Ho anche notato come queste realtà siano abituate a essere molto rivendicative, giustamente rivendicative perché abituate a non avere riconoscimenti concreti, obiettivi. Spero che con questa legge possa aprirsi per il Terzo settore italiano una nuova stagione, quello della consapevolezza del proprio ruolo, indipendente sì ma non alternativo, nella costruzione di una casa comune più giusta e solidale. Sono già arrivate le prime reazioni al testo di legge. I commercianti, per esempio hanno ribadito di temere una concorrenza sleale di finti enti non commerciali o finte Onlus. L?anagrafe delle Onlus e l?Authority che diventerà un?articolazione del ministero delle Finanze aiuteranno a vigilare in maniera severa e a individuare gli abusi. C?è chi dice che questa legge è troppo timida, e che si poteva fare di più. È stato fatto il possibile, per ora. Credo si sia trovato un buon punto di equilibrio. Ci sono poi due anni di tempo per correggere e integrare. Altri sottolineano come il carico di norme, 375 nei 35 articoli, possa soffocare più di un associazione. Per tradizione in Italia si tende a normare tutto, forse troppo, si tende a scrivere tutto. Su questo punto credo che sia compito del mio ministero formare, specializzare chi sarà deputato al controllo sulla attuazione di questa legge, sia a livello centrale che nelle articolazioni territoriali. Questo è un impegno che credo giusto assumermi. Decreto Onlus story Tre anni di promesse, tradimenti e proteste. Ecco l?odissea a lieto fine Il decreto sul nuovo regime fiscale degli enti non profit, licenziato finalmente la scorsa settimana dal governo, rappresenta l?ultimo atto di un iter legislativo lungo e tormentato, fatto di promesse, proteste, correzioni. Proviamo a ripercorrerlo. Ottobre 1994 Nascono nello stesso giorno, il 27 per la precisione, il Forum del Terzo settore, con una manifestazione a Roma e uno slogan ?La solidarietà non è un optional?, e ?Vita?, settimanale del volontariato e del non profit che va in edicola e in abbonamento su tutto il territorio nazionale. Il volontariato e il Terzo settore escono dall?ambito della buona azione e trovano voce e rappresentanza. Gennaio 1995 Si comincia a pensare che la questione fiscale, punto di estrema penalizzazione per il volontariato e il non profit (basti pensare all?Iva non deducibile, alle tariffe postali e telefoniche, alla difficoltà a donare) possa essere la leva giusta per dare finalmente un riconoscimento non retorico a chi pratica la solidarietà . Aprile 1995 Il ministro delle Finanze del governo Dini, Augusto Fantozzi decide di istituire una Commissione sul tema di una riforma fiscale per il non profit. La Commissione è composta da un gruppo di esperti capitanati dall?economista bolognese Stefano Zamagni. Per mesi lavorerà alla nuova normativa fiscale in un ampio confronto, fatto di centinaia di incontri e convegni in tutto il Paese, con l?associazionismo e gli enti non profit. Aprile 1996 Dopo un anno di discussioni il lavoro della Commissione Zamagni diventa disegno di legge da presentare al Parlamento. Maggio 1996 Il Ddl messo a punto dalla Commissione Zamagni e firmato da Fantozzi non diventerà mai legge, perché il governo Dini cade. Settembre 1996 La finanziaria del Governo Prodi decide di non buttare il lavoro fatto e di riconoscere l?importanza strategica del Terzo settore nella Riforma del Welfare prevedendo una delega al governo per mettere a punto, entro settembre ?97, le nuove regole fiscali per gli enti non commerciali. Il ministro è Vincenzo Visco. Gennaio 1997 Con l?inizio dell?anno nuovo, però, cominciano i problemi: Visco decide di raddoppiare i membri della Commissione, ancora presieduta da Zamagni, con tecnici del ministero, e uno degli esperti di punta, il tributarista Salvatore Pettinato, si dimette polemicamente. Dal Terzo settore arrivano numerosi attestati di solidarietà a Pettinato e segnali di guerra verso il ministero. Marzo 1997 ?Vita? pubblica le prime bozze della riforma fiscale elaborata dalla Zamagni II, il mondo dei volontari e degli operatori senza fine di lucro si ribella: regole troppo rigide, mancanza di conoscenza della realtà di associazioni e cooperative sociali. Insomma, un mezzo disastro. Aprile 1997 Visco capisce la centralità anche politica della riforma e avoca a sé la questione chiedendo ancora tempo. Comincia la fase del ?pressing?: il Forum del terzo settore, il Summit della Solidarietà e tutti gli altri soggetti che rappresentano le diverse anime del privato sociale, fanno valere il proprio peso, riuscendo ad ottenere una serie di correzioni che migliorano, nell?insieme, la normativa. Luglio 1997 Il Consiglio dei ministri vara il testo del decreto, che aspetta il visto della commissione dei Trenta. È un testo che accontenta le grandi centrali associative, ma scontenta enti e comitati che si occupano di protezione civile e ricerca : per loro niente ?regime Onlus?, e quindi agevolazioni limitate e niente deducibilità delle donazioni. Prodi si interessa della riforma fiscale del non profit. Settembre 1997 Terremoto in Umbria e Marche. La Protezione civile presente con oltre 3000 volontari rientra nell?ambito Onlus col placet dei Trenta. Ottobre 1997 Per la ricerca scientifica scendono in campo Nobel e ricercatori di fama, Vita dedica due copertine alla rivendicazione del settore. Il rimedio arriva in zona Cesarini, durante il Consiglio dei ministri del 14 novembre , che vara il testo definitivo. Novembre 1997 Le Onlus vedono finalmente la luce, a più di due anni dal giorno in cui Pettinato, in una stanza anonima del ministero delle Finanze, ne ipotizzò per la prima volta la creazione con il professor Zamagni.
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