Immigrazione e diritti
«La morte di Hamid in carcere, ultima vittima della propaganda del governo»
L'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, in riferimento al suicidio in carcere di Hamid Badoui, accusa il governo italiano di giocare sulla pelle dei cittadini stranieri rinchiusi nei penitenziari, che già vivono in Italia ma non riescono a ottenere un permesso di soggiorno
di Redazione

L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione – Asgi prende posizione in riferimento al suicidio in carcere di Hamid Badoui e denuncia l’ennesimo dramma di un cittadino straniero in un penitenziario, definendolo in un comunicato diffuso oggi «vittima di un sistema repressivo che l’ha visto prima trattenuto in un Centro per il rimpatrio perché privo di permesso di soggiorno, poi deportato in Albania nell’ambito dell’operazione propagandistica del governo italiano, successivamente riportato in Italia per effetto della decisione giudiziale di non convalida del trattenimento e infine incarcerato per un reato verosimilmente commesso in un contesto poco chiaro».
«Hamid Badoui ha posto fine alla sua vita durante l’ultima detenzione, e non è difficile immaginare la insopprimibile stanchezza di vedersi ancora una volta confinato e senza possibilità di via d’uscita», sottolinea ancora Asgi nella nota. «Perché la vicenda sottende proprio l’impossibilità per le persone straniere che già vivono in Italia di ottenere un permesso di soggiorno, ma sottende anche la disumanità di un sistema sempre più feroce che vede nel contenimento dei corpi dei migranti lo strumento propagandistico da veicolare agli elettori. Corpi trattenuti in Cpr o nelle carceri, poca è la differenza; corpi deportati fuori dal territorio nazionale, come prova di forza anche se concretamente inutile; corpi che diventano sempre più strumento di esercizio di un potere diseguale e che non ammette inversioni. L’obiettivo finale è l’implementazione di una società basata non sull’eguaglianza dei diritti, non sulle pari opportunità di tutti coloro che vivono in una data comunità, non su una razionale gestione di questioni di trasformazione sociale (e l’immigrazione è tale), ma la creazione di una società divisa in classi sempre più subalterne, che formano una scala sociale in cui il gradino più basso è oggi destinato ai migranti ma che facilmente si estende ad altre categorie socialmente non accette».
«Questo ci rappresenta la drammatica vicenda di Hamid Badoui, ultima vittima, per ora, di questa disumanizzazione tenacemente perseguita dal governo», conclude la nota dell’Associazione. «Ecco perché ci indignano e ci allarmano le parole del ministro dell’Interno che ha definito “legittimi contributi” quelli espressi dai gruppi di estrema destra il 17 maggio a Gallarate, nel Remigration summit. Non sono affatto legittimi perché si pongono in netta contrapposizione ai principi di non discriminazione e di uguaglianza espressi dalla Costituzione italiana, mirando a creare società divise innanzitutto in classi razziali. Asgi chiede un cambiamento netto, che metta al centro i diritti umani, la dignità e l’uguaglianza di tutte le persone e inverta l’attuale pericolosa deriva antidemocratica».
Credit: foto di Estella su Pexels
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