Agricoltura sociale

La nuova sfida del Medio Campidano parte dai prodotti agroalimentari di un’impresa sociale

L'impresa sociale Tramas di Guspini crea occupazione e sviluppo in uno dei territori più depressi d'Italia. Lo fa mettendo insieme cooperative e realtà del Terzo settore. Il progetto, finanziato da Fondazione Con il Sud, punta sulla commercializzazione di derivati del suino semibrado guspinese e di prodotti orticoli

di Luigi Alfonso

Mettere insieme un certo numero di persone o di aziende, in Sardegna non è impresa facile. Riuscirci nel Medio Campidano, uno dei territori più depressi economicamente non solo dell’Isola ma di tutta l’Italia, ha un valore perlomeno doppio. L’obiettivo stavolta è stato raggiunto grazie al progetto “Insieme per lo sviluppo e l’inclusione”, sul quale sta scommettendo e investendo anche la Fondazione Con il Sud con un finanziamento di quasi due milioni di euro, spalmato in quattro anni. Siamo a Guspini, un paese di circa undicimila abitanti, dove è stato avviato un nuovo centro di trasformazione agroalimentare per la lavorazione e la commercializzazione di derivati del suino semibrado guspinese (salsiccia secca, guanciale, coppa, pancetta e lonza), cui sono affiancate la lavorazione e commercializzazione di prodotti orticoli e derivati (creme, paté, sott’olio, confetture e marmellate). Le attività sono affidate all’impresa sociale Tramas.

Il luogo

Gli spazi scelti per ospitare l’iniziativa sono quelli dello storico ex mattatoio, una struttura che risale al 1934, nella quale sono già attive le due nuove linee di produzione. Il finanziamento della Fondazione Con il Sud va a beneficio di un qualificato partenariato guidato dalla cooperativa agricola sociale “Santa Maria”. L’iniziativa esprime il frutto del lavoro di una comunità che vuole fare propri i valori della integrazione e inclusione sociale, ma anche come intervento di sviluppo a contrasto del progressivo impoverimento del territorio causato dalla chiusura delle miniere (in particolare quella di Montevecchio, dismessa negli anni Novanta) e delle fabbriche nel Sud-ovest della Sardegna. La componente sociale, in tutte le fasi del progetto quadriennale, rappresenta il vero punto di forza dell’idea imprenditoriale ed è in grado di offrirà nuove opportunità di occupazione.

Da sinistra: Carla Serpi, Stefano Consiglio e Martino Scanu

«Tramas nasce da un sogno condiviso: trasformare un luogo simbolo del nostro passato produttivo, come l’ex mattatoio di Guspini, in un centro vivo di inclusione sociale, sviluppo territoriale e lavoro dignitoso», sottolinea Martino Scanu, presidente di Tramas. «Questo progetto dimostra che è possibile rigenerare spazi e comunità, mettendo insieme competenze diverse, radicamento nel territorio e una visione sostenibile. Oggi, attraverso il lavoro quotidiano di tante persone e realtà locali, in questo centro prendono forma prodotti che raccontano la nostra identità: salumi e conserve ispirati alla tradizione, realizzati con materie prime locali e lavorazioni attente alla qualità. Non è solo trasformazione alimentare, ma trasformazione sociale, capace di unire eccellenza artigianale e inclusione. Quello che inauguriamo oggi non è un traguardo, ma un punto di partenza per costruire insieme un modello diverso di economia, che tiene insieme dignità del lavoro, filiere corte e futuro per i territori più fragili».

Una cella frigo con le carni suine lavorate

I prodotti presenteranno il nuovo marchio Buongiusto, espressione di qualità e di un ecosistema economico che possa generare lavoro, innovazione di prodotto e riabilitazione di persone in situazioni di disagio. Il nome, attraverso un gioco di parole, racchiude la bontà del prodotto e il senso di giustizia ed equità sociale che nella società contemporanea si sta perdendo da tempo.

I numeri

I territori di Guspini e Arbus, coinvolti nel progetto, evidenziano un elevato tasso di disoccupazione: ben il 27,8%, di cui quella giovanile è pari al 71,7%. Cifre eloquenti del disagio crescente, che colpisce indipendentemente dal titolo di studio. «Con il progetto “Insieme per lo sviluppo e l’inclusione” cercheremo di dare risposte concrete, nel nostro piccolo», spiega Carla Serpi, presidente della cooperativa agricola Santa Maria. Stiamo tarando il processo produttivo per le due linee di produzione (carni e ortaggi) e affrontando la fase pre-commerciale, testando alcuni target rispetto alla loro sensibilità al prezzo. A questo seguirà la calibratura delle politiche commerciali nei diversi canali, per avviare la vendita dei prodotti inizialmente su scala locale. I target privilegiati saranno i negozi di specialità alimentari (marketplace compresi) e il mercato Horeca, cioè il settore dell’ospitalità e della ristorazione».

«Prevediamo di raggiungere un fatturato di circa due milioni di euro all’anno entro il 2029», annuncia Serpi. «Puntiamo molto sulla prima formazione: abbiamo già creato sei posti di lavoro e contiamo di raggiungere l’obiettivo di altri 10 posti entro il prossimo quadriennio, a parte l’indotto. Dopo il primo assestamento sul mercato locale, vorremmo espandere le vendite sul livello nazionale e verificare se sia possibile raggiungere alcuni mercati target dei Paesi europei».

Il laboratorio per il controllo qualità

«Il nostro è un progetto di filiera e abbiamo validato un disciplinare di produzione suini e ortaggi, con la sensibilizzazione e l’adesione di produttori locali e l’ambizione di abbracciare diversi soggetti della produzione primaria su scala territoriale», prosegue Serpi. «Si tratta di un’iniziativa che, nel codice genetico, coniuga in modo inscindibile l’aspetto economico con quello sociale: il successo dipenderà dalla nostra capacità di far percepire al mercato che i prodotti, oltre che intrinsicamente buoni perché fatti con materie eccellenti e lavorazioni artigianali, sono anche “giusti” grazie alle persone che li fanno e al territorio che li rende possibili. Tramas promuove l’inclusione anche attraverso i tirocini nelle scuole professionali non solo del territorio, come l’Iscpa di Cagliari che è affiliato alla Confederazione italiana agricoltori – Cia, e l’Ufficio esecuzione penale esterna – Uepe per quanto concerne persone dell’area penale in cerca di riscatto sociale. Per includere occorre anche formare e dare professionalità da spendere sul mercato del lavoro, a cominciare dalle persone che hanno degli svantaggi di varia natura e dai ragazzi in dispersione scolastica».

Una fase della lavorazione dei prodotti Buongiusto

«Dopo tanto tempo, vediamo concretizzarsi un’ottima iniziativa di sviluppo locale», commenta Stefano Consiglio, presidente della Fondazione Con il Sud, che oggi era presente all’inaugurazione ufficiale di Tramas. «Questa iniziativa andrà a creare occupazione e inclusione, valorizzando i prodotti del territorio».

Stefano Consiglio, presidente della Fondazione Con il Sud

L’ex mattatoio

Il mattatoio comunale di Guspini, nel Novecento, era uno spazio sociale volto a una più corretta manipolazione delle carni destinate alla rivendita al dettaglio, che fino alla sua apertura del 1934 venivano macellate direttamente nelle botteghe. Nel 1960 la struttura fu ristrutturata ma dal 1993, dopo le disposizioni europee e le nuove normative sulla macellazione, rimase inattiva. Nel 2004 è stata riconvertita in Centro di lavorazioni carni, con un investimento di due miliardi delle vecchie lire che non ha avuto un grande successo. All’inizio del 2021, grazie al finanziamento concesso dalla Fondazione Con il Sud, è cominciata una riconversione dal basso, grazie ad un processo di progettazione partecipata che ha visto il coinvolgimento di numerosi enti del Terzo settore e delle imprese del territorio, decisi a rilanciare la storica struttura per la comunità, con uno sguardo rivolto al sociale e a chi è in condizioni di disagio.

Un’immagine dell’ex mattatoio di Guspini scattata negli anni Trenta

Di recente, sono stati attivati diversi tirocini di inserimento lavorativo che sono sfociati nell’assunzione di tre ospiti della Casa circondariale “Is Arenas” di Arbus. Contestualmente, è stata avviata un’azione di sensibilizzazione dei produttori locali che ha coinvolto la maggior parte degli allevatori del territorio nella redazione di un disciplinare di produzione e nella sottoscrizione di specifici accordi di conferimento delle carni. Il piano di marketing prevede anche azioni di educazione alimentare nelle scuole. Oltre al punto vendita all’interno dello stabilimento, è prevista la commercializzazione dei prodotti attraverso il canale web e il coinvolgimento degli operatori del sistema ricettivo locale.

Un sopralluogo in campo aperto nelle campagne di Guspini

La rete dei partner è composta da: cooperativa agricola sociale Santa Maria (capofila), Arcoss, Arci Sud Sardegna, associazione Piccoli progetti possibili Odv, associazione San Nicolò Vescovo Odv, associazione Tramas Aps, cooperativa Buoni e Cattivi, Centro commerciale naturale Apice, circolo Arci Guspini, associazione Crfpa, Fondazione Asilo Santa Maria di Guspini, parrocchia San Nicolò Vescovo, Tramas impresa sociale, dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari.

La storia

Sebastiano ha 52 anni ed è uno dei detenuti della colonia penale di Is Arenas (Arbus) che ha beneficiato di un tirocinio attivato dalla Regione Sardegna nella Casa di reclusione, attraverso il progetto Milia. L’acronimo di “Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale” sintetizza il percorso formativo che, per la prima volta, è stato introdotto per la prima volta dalla massima istituzione regionale all’interno di Is Arenas. Sebastiano, per ora, ha un contratto di sei mesi che al termine può essere rinnovato dall’impresa sociale Tramas.

La porcilaia della capofila del progetto, la cooperativa agricola Santa Maria

«Davanti a me ci sono ancora cinque anni e mezzo di pena da scontare, ma questo progetto mi ha restituito la speranza di poter uscire rinnovato da quella brutta esperienza», racconta lui. «La detenzione è terribile, ti fa vivere in una situazione di non normalità. Il lavoro, però, nobilita e restituisce la dignità a una persona. Prima di imbattermi nella giustizia, mi occupavo di vivaistica. A Is Arenas, durante il tirocinio, ho acquisito maggiori competenze nella gestione di colture ortofrutticole».

«Questo progetto mi permette non solo di uscire dal contesto carcerario, ma anche di vivere la campagna e stare a contatto con la società esterna, ritornare alla normalità», spiega Sebastiano. «Cose semplici, ma che apprezzi maggiormente quando ti mancano. Alla colonia ci siamo soltanto noi detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria: sto lì da sette anni e mi sento diverso dalla gente che sta fuori. Inoltre, nella vita è sempre meglio acquisire nuove competenze, in questo caso nella lavorazione degli insaccati e delle verdure: non si sa mai, possono tornare utili. Ho tre figli e non vedo l’ora di tornare ad abbracciarli da persona libera».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.