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La parola /Feriae

Introdotte dall’imperatore Augusto, erano le feste delle cose impossibili, una catarsi collettiva. Poi, nel VI secolo, la festa dell’Assunzione le assimilò al riposo

di Alter Ego

Gli antichi egizi iniziavano l?anno ad agosto, come fanno ancora i copti e come facevano i greci, che lo dedicarono ad Athena. A Roma, all?inizio del segno del leone si celebravano i Neptunalia, feste dedicate al dio del mare, mentre 12 agosto era dedicato a Ercole Invitto o Trionfatore. Il giorno successivo, il 13, si festeggiava invece Diana Aventina. Il 17 era invece dedicato a Portuno, il dio dei porti e delle porte. Il 19 era poi il tempo delle Vinali Rustiche dedicate a Venere, il 21 a Conso, il dio dei raccolti, il 23 a Openconsiva, l?abbondanza agricola. Fino al 18 avanti Cristo, questo fu il calendario romano. Finché Augusto pacificatore decise di riunire tutti i festeggiamenti alle Calende del mese sestile, che furono chiamare Feriae Augusti, le feste di Augusto. Erano singolari, perché proprio mentre la terra doppia il punto più vicino al sole le cose si rovesciavano. I signori vestivano da plebei, i poveri avevano la prerogativa di vivere da signori a loro spese. Ci si scambiavano i ruoli, nelle feriae augusti, le case, le donne. Concedendosi cose che durante l?anno erano proibite o impossibili. Poi, quando il sole scompariva dall?orizzonte, la lunga notte, già un po? più fredda, riportava alla normalità. Le feriae augusti furono celebrate così fino al VI secolo, quando San Giovanni il Teologo propose di celebrare la Dormizione della Santa Madre, origine del il culto dell?Assunzione, nella chiesa costruita da Eudossia sul Getsemani. Là, secondo la leggenda, Maria sarebbe stata sepolta, perciò defunta. L?imperatore Maurizio ordinò che la celebrazione venisse estesa a tutto l?Impero e, attorno all?anno Mille, le feriae augusti erano divenute la festa del riposo.


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