Cultura
La proposta del WWF: una green reconstruction
Cioè quella con base ecologica, sostenibile e a lungo termine. la sola utile davvero alleconomia locale
di Redazione
Il 26 dicembre 2004 sarà una data che rimarrà scolpita nella storia, nelle nostre menti e nei nostri cuori. Il WWF si batte per canalizzare le sue energie in una ?green reconstruction?. Immediatamente dopo lo tsunami i WWF locali hanno coordinato le energie, insieme alle ong presenti, per prestare aiuto alle popolazioni colpite dal maremoto. Nell?area sono presenti diverse ecoregioni prioritarie con un alto valore di biodiversità e di cui è urgente assicurare la tutela: foreste tropicali, ambienti di mangrovie; barriere coralline.
Il WWF ha fatto sentire la sua voce in modo forte e chiaro, chiedendo ai governi di adottare una strategia orientata al recupero e alla conservazione di questo patrimonio.
L?impegno più importante del WWF è ripristinare e restaurare il funzionamento degli ecosistemi delle barriere coralline, delle foreste di mangrovie, degli estuari, tutti ambienti che sono non solo importanti da un punto di vista ambientale, ma anche basilari per le economie locali, sviluppando così una strategia di ricostruzione a lungo termine, che si fondi su basi ecologiche e sostenibili.
In Indonesia, il WWF lavora con l?Aceh Forum, una coalizione di ong locali, per dare assistenza nei campi di rifugiati, riorganizzare le comunità e distribuire gli aiuti. Lo staff WWF ha partecipato a uno studio di ricognizione, organizzato da Save the Children, per verificare gli aspetti sociali e ambientali della ricostruzione nei villaggi costieri. Inoltre il WWF, insieme all?Unesco e all?Istituto di ricerca della Chulalongkorn University, ricostruirà la scuola per i bambini della popolazione Moken. Il progetto si sviluppa anche da un punto di vista educativo: infatti prevede di insegnare ai bambini a riconoscere il proprio patrimonio naturale e culturale, responsabilizzandoli nella gestione di aree protette e assumendo la consapevolezza che le conoscenze del proprio territorio danno la possibilità di riconoscere il pericolo imminente e di salvarsi. In Thailandia, l?associazione attuerà monitoraggi e ricerche sul ripristino della barriera corallina nelle isole Surin lanciando sul web una ricerca di volontari che contribuiscano a liberare le barriere dai detriti.
In India da una mappatura satellitare si è scoperto che il danno alle foreste primarie ancora intatte è considerevole e i siti di nidificazione delle tartarughe marine sono stati danneggiati. Il WWF si è attivato per la ricostruzione e il recupero nelle isole Nicobare e per questo sa che è necessario coinvolgere le comunità locali in tutte le decisioni da intraprendere. Il WWF è d?accordo sull?immediato bisogno di legname per ricostruire le case, ma chiede che la legna sia estratta da foreste gestite in modo sostenibile, perché il taglio illegale e indiscriminato potrebbe causare altre calamità in futuro, come alluvioni e frane. Il governo, su pressione del WWF, ha promesso fondi per la ricostruzione nelle isole Andamane e Nicobare e per sviluppare un sistema di allarme per gli tsunami.
Il WWF fa parte anche della task force tsunami dell?Unep, che sta realizzando un assessment sui danni quale punto di partenza per una ricostruzione non solo delle infrastrutture, ma soprattutto sociale e ambientale.
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