La protezione animali non è da onlus

Un?associazione, finalizzata alla protezione e difesa degli animali domestici maltrattati o dei randagi, si chiede se può acquisire la qualifica di onlus.

In merito all?acquisizione della qualifica di onlus da parte di un?associazione finalizzata alla protezione e alla difesa degli animali, si sottolinea come la circolare ministeriale del 98 n.168/E, con riferimento all?art. 10 c. 2 (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale) del dlgs n.460/97, evidenzi le categorie di soggetti beneficiari delle attività poste in essere attraverso la specifica di due ambiti distinti: «Soggetti svantaggiati a causa di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari; componenti collettività estere, limitatamente agli aiuti umanitari». Nondimeno, nella determinazione della nozione di ?soggetti svantaggiati? la citata fonte interpretativa muove in direzione della nozione di ?persone?, restringendo così l?identità dei potenziali destinatari nelle persone fisiche e nella ?collettività diffusa?.

Ne conviene la vigente impossibilità di conferire la soggettività di onlus a enti preposti alla tutela di diritti connessi alla specie animale identificata, in via civilistica, nella nozione di ?res? (cosa), in altre parole di bene mobile. Ciò è suffragato dall?art. 1496 (Vendita di animali) c.c. il quale, nel rinviare la materia alle norme generali sulla vendita (artt.1490 c.c. ss.), conferma la menzionata configurazione.

Si conclude che i titolari dei benefici derivanti dalle attività realizzate per opera delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale rimarranno le sole persone fisiche versanti in obiettiva ?condizione di svantaggio?.