Economia

La rivincita del Folletto: in Italia è boom per le vendite porta a porta

Nell'era di Amazon, resistono i venditori a domicilio. Anzi guadagnano terreno: il fatturato supera il miliardo e 600 milioni (+2,5% nel 2016) e i clienti serviti sono oltre 4,3 milioni, per una forza lavoro che supera i 155mila addetti. Oltre nove su dieci sono donne

di Gabriella Meroni

Vendite per un valore di oltre 1,6 miliardi di euro, e una crescita del 2,5% rispetto al 2015. Sono risultati del commercio "porta a porta"; o meglio delle vendite a domicilio, riportate dalle aziende socie di Univendita (tra cui le più note sono Avon, Bofrost, Tupperware, Vorwerk Folletto). «Un risultato positivo conseguito in un anno ancora difficile per l’economia italiana» commenta il presidente di Univendita Ciro Sinatra. «La ragione della tenuta del nostro settore sta nella forza dell’economia di relazione, basata su un rapporto umano autentico, che genera un clima di fiducia positivo nei consumatori. Nel 2016 le nostre aziende hanno generato quasi 12 milioni di ordini, che si stima equivalgano a oltre 4milioni e 300mila clienti serviti».

Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato quello degli “alimentari e beni di consumo” che hanno registrato una crescita del 3,3%, seguiti dai “beni durevoli casa” che, con un +2,5% e una quota di mercato del 60%, si conferma il comparto di maggior rilievo della vendita a domicilio. Dati positivi anche per i comparti “altri beni e servizi” (+2,4%) e “cosmesi e cura del corpo”, in crescita dell’1,5%. Sul fronte occupazionale, i venditori a domicilio sono oltre 156.000, in crescita del 2,2% rispetto al 2015, con una componente femminile pari al 93%. «Segno che il mondo femminile –sottolinea sempre Sinatra– è quello che sa interpretare al meglio le caratteristiche di flessibilità insite nel modello organizzativo della vendita a domicilio».

«Nel quadro altalenante dell’andamento dei consumi la vendita diretta continua a dimostrarsi un settore in crescita –commenta Ciro Sinatra–. Dal 2010, anno di fondazione di Univendita, siamo al settimo esercizio consecutivo con il segno “più”: questo vuol dire che nel modello di business basato sulla relazione e sul contatto diretto tra venditore e cliente si instaura un forte rapporto di fiducia che genera risultati economici positivi». La vendita diretta si conferma un settore di successo anche nel paragone con il commercio fisso al dettaglio, che segna nel 2016 un minimo aumento dello 0,1% e che dal 2010 è diminuito del 4,8% (dati Istat).

E ancora, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è cresciuto nel 2016 dello 0,5% su base annua, mentre nel 2015 era cresciuto dell’1,6%: il tentativo di ripresa innescato nel 2015 segna quindi un rallentamento. Dato confermato dagli ultimi risultati dell’Outlook Italia Confcommercio-Censis, secondo i quali nel 2016 c’è stato un miglioramento della capacità di spesa delle famiglie, ma nel contempo il clima di fiducia è peggiorato creando una forte dicotomia tra reddito disponibile e fiducia. «In una situazione del genere –conclude Ciro Sinatra– è difficile consolidare il trend di crescita dei consumi; i segnali di ripresa vanno colti e sostenuti e per questo auspichiamo che il Governo cominci finalmente ad allentare la pressione fiscale».

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