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La sfida di SOS Villaggi

L'associazione, presente da più di 30 anni sull’Isola, fa il bilancio dopo un anno

di Redazione

A un anno dal pauroso terremoto che ha colpito Haiti e dall’attivazione del programma di emergenza SOS dedicato alla popolazione, SOS Villaggi dei Bambini ha intrapreso un piano di ricostruzione dell’isola in sinergia con il Governo. Il programma prevede nel medio-lungo periodo la costruzione di 10 nuove strutture scolastiche e di un nuovo Villaggio SOS a Les Cayes per offrire accoglienza a bambini privi di cure genitoriali e sviluppare programmi di rafforzamento per le famiglie in difficoltà.

Un enorme sfida che richiede come elemento necessario il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione, bambini e adolescenti in prima linea per la costruzione del loro futuro.

In stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Sociali e l’agenzia della Nazioni Unite, SOS Villaggi dei Bambini sta accogliendo, nei Villaggi di Port-au-Prince e Cap Haïtien, 500 bambini in più rispetto ai 600 ospitati prima della tragedia. Sono bambini i cui genitori non sono stati trovati o dei quali la famiglia non è in grado di prendersi cura. Finora siamo riusciti a ricongiungerne 150 con le loro famiglie, tra questi i 33 bambini coinvolti nell’episodio di estradizione illecita e accolti temporaneamente nel Villaggio SOS di Santo.

In seguito al terremoto sono state distrutte circa 4.000 scuole e sono morti centinaia di insegnanti. Prima della tragedia frequentavano la scuola SOS di Santo più di 500 bambini. Oggi sono 900: le lezioni si tengono in due turni e alcune classi vengono allestite nelle tende. SOS Villaggi dei Bambini ha intenzione di costruire 10 scuole pubbliche e di coprire tutti i costi sino a quando il governo non sarà in grado di prendersene carico. Il primo passo sarà la costruzione di una scuola prefabbricata sul terreno del Villaggio SOS di Santo, finanziata dal Ministero per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo tedesco.

Prima del terremoto, SOS Villaggi dei Bambini gestiva un Centro di Sviluppo Sociale e diversi Centri Comunitari con l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà. In seguito al terremoto hanno assunto un ruolo fondamentale garantendo nel periodo di grande emergenza i pasti quotidiani a più di 24.000 bambini. L’intenzione è quella di passare nel 2011 da centri comunitari e di distribuzione a Centri di Sviluppo Sociale a supporto delle famiglie.

L’impegno nell’accoglienza e nella ricostruzione si affiancano alla gestione delle nuove situazioni di emergenza, come quella del colera. La variante di colera responsabile dell’epidemia (sierotipo 01, il più letale), ha un decorso rapidissimo. Se non adeguatamente curato, un neonato può morire nel giro di 3-4 ore dal momento in cui i sintomi (vomito e diarrea profusa) si manifestano con improvvisa violenza.

Il coordinatore dei programmi di rafforzamento familiare SOS a Port-au-Prince sta diffondendo le informazioni utili a prevenire il colera in tutti i Centri sociali SOS. La Scuola Elementare SOS di Santo, vicino a Port-au-Prince, sta promuovendo una campagna di informazione sui pericoli del colera rivolta anche ai più giovani puntando sull’importante effetto moltiplicatore del messaggio. Quando i bambini tornano a casa, raccontano ai genitori quello che hanno sentito e a loro volta gli adulti fanno lo stesso con amici e parenti.

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