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La sfida sussidiarietà dalla legge alla pratica

Veneto. I temi dell’assemblea regionale di Federsolidarietà

di Davide Nordio

A due anni dall?entrata in vigore dell?innovativa norma regionale, c?è ancora molta strada da fare per far comprendere alle amministrazioni pubbliche i vantaggi del coinvolgimento delle coop sociali

Convincere le amministrazioni pubbliche che ricorrere alla cooperazione sociale forse non produce immediati risparmi sugli appalti, ma implica indubbi benefici – pure sotto il profilo economico – per il welfare, anche attraverso l?inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. È questo il compito che si assume Federsolidarietà – Confcooperative Veneto all?indomani dell?assemblea regionale che si è tenuta a fine febbraio a Padova, dove uno degli argomenti ?caldi? è stata la legge regionale 23/2006 sulla cooperazione che recentemente, approvati gli ultimi decreti attuativi, è entrata in piena operatività.
Ma la due giorni padovana è stata anche l?occasione per una riflessione generale sul ruolo delle coop: «In questi quattro anni in cui attorno a noi il contesto socio-economico di riferimento è mutato, la cooperazione sociale ha dovuto saper cogliere le opportunità, dando risposte ai bisogni delle nostre comunità territoriali », dice Ugo Campagnaro, presidente Federsolidarietà Veneto. «La nostra assemblea è stata un?occasione importante di bilancio di questo periodo nel quale, anche in seguito alla nuova legge, le coop sociali hanno assunto il ruolo di veri e propri motori dello sviluppo di relazioni tra mondo profit, non profit e istituzionale».

Il problema vero oggi è far comprendere a quest?ultimo i vantaggi della sussidiarietà: «Notiamo una certa difficoltà nel recepire le indicazioni della legge regionale», spiega la vicepresidente Patrizia Balbo, «per questo abbiamo pensato ad una serie di seminari che si terranno in ogni provincia dove si potranno incrociare riflessioni tra pubblico e privato sociale. Il primo appuntamento riguarderà Vicenza e contiamo di fare la medesima esperienza con tutte le Usl venete».

Fermamente convinto dei vantaggi che implica il ricorso alle coop sociali è l?assessore regionale Stefano Valdegamberi: «Sono un soggetto sussidiario del pubblico, svolgendo l?importantissimo compito di inserire nel lavoro soggetti svantaggiati che ne sarebbero esclusi. E credo siano più che evidenti i vantaggi che ne derivano: innanzitutto per quanto riguarda la qualità della vita. Le condizioni di favore riservate al privato sociale, ad esempio sugli appalti, non sono privilegi. Ripeto: pensiamo ai benefici. Al pubblico costerebbe molto di più assistere a casa persone con disabilità psichica: il loro inserimento lavorativo di fatto si trasforma in risparmio».

Tornando alla legge regionale 23/2006, più volte è stata sottolineata la marcia in più che viene offerta: «Riconosce la nostra funzione pubblica e l?importanza che ricopriamo nell?economia regionale», continua Patrizia Balbo, «ma soprattutto include nella categoria delle persone svantaggiate anche quei soggetti che lo sono momentaneamente, come i disoccupati over 50, le donne divorziate con figli, ecc., recependo le medesime indicazioni dell?Unione Europea».

Il grande impegno della cooperazione sociale rischia però di essere in parte ?disarmato? dai casi di ?falsa cooperazione?. «Ci siamo impegnati», ha detto Marco Stradiotto, sottosegretario uscente, «nel far emergere la vera cooperazione, attivando controlli e incentivando l?educazione su questo tema. Anche perché è un mondo che aiuta le persone a mettersi in rete, in un?epoca dove le persone sono sempre più sole». Aggiunge Bruno Nestori, presidente Confcooperative Veneto: «La responsabilità di funzione pubblica è insita nella ?mission sociale? propria delle cooperative: un modello di impresa basato sui principi di mutualità, sussidiarietà e solidarietà, capace di coniugare efficienza, sviluppo sociale e crescita economica. In questo momento il nostro obiettivo è promuovere la ?vera? cooperazione, nella quale il socio ha un ruolo primario, e al contempo colpire le false cooperative, che con il loro operato danneggiano l?ente pubblico – non possedendo i requisiti – e le cooperative reali con una concorrenza sleale e la creazione di un?immagine errata del nostro lavoro».

I numeri

  • SUL TERRITORIO.

Con oltre 350 cooperative aderenti, 15mils soci, 11mila addetti, 350 milioni di fatturato totale, Federsolidarietà – Confcooperative costituisce la realtà più rappresentativa della cooperazione sociale in Veneto. Nel corso degli ultimi anni si è sempre più radicata nel territorio, dandosi anche una organizzazione provinciale, completata nel 2007 con la sede di Venezia. Quattro gli àmbiti di attività: salute mentale, infanzia, inserimento lavorativo e ambientale. Circa quest?ultimo va segnalato il protocollo d?intesa siglato con Agr- Associazione gestione rifiuti per l?affidamento alle coop sociali di questa attività in un settore chiave della gestione dei servizi. Circa le politiche della salute mentale, l?assemblea 2008 ha visto la presentazione in anteprima dei nuovi requisiti e standard di autorizzazione e di accreditamento per i servizi psichiatrici.


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