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Perché sono preoccupati e qual è il significato dell’aumento dell’oro visto che il suo possesso non frutta interessi o dividendi? Le ragioni principali della salita sono due:
a) la continua diminuzione della produzione e l’alto costo per la ricerca di nuovi giacimenti.
b) è universalmente vista come spia di allarme indicante una crisi di fiducia verso il sistema: segnala cioè che la gente comincia a non fidarsi delle promesse o dei titoli di carta e vuole avere in tasca la moneta o il lingotto e ha nostalgia della convertibilità in oro.
Nelle ultime due settimane sono uscite diverse notizie che hanno fatto aumentare la febbre di fiducia nel sistema. I Paesi del Golfo vorrebbero sganciare il dollaro come moneta di riferimento per le transazioni petrolifere (in seguito smentita). Il Bric (Brasile – Russia – India – Cina) ha espresso l’intenzione di diminuire l’acquisto di titoli Usa in dollari. Gli operatori sui contratti dei derivati mostrano sempre più diffidenza sulla reale consistenza sottostante dei contratti sulle materie prime scambiati per via elettronica. Gli strumenti derivati che hanno contribuito alla crisi finanziaria sono di nuovo aumentati arrivando alla cifra di 600mila miliardi di dollari (10 volte il Pil mondiale). Hong Kong ha chiesto il rimpatrio dei suoi lingotti d’oro in custodia a Londra per stivarli in un nuovo deposito ad alta sicurezza vicino all’aeroporto. In Mongolia è entrato in vigore il divieto di esportazione dei metalli verso l’Occidente.
Come si vede si stanno concentrando differenti situazioni di incertezza che determinano la corsa verso beni rifugio di cui l’oro e l’argento sono la massima espressione. Ma se tutti ritirassero materialmente i contratti di acquisto a termine, non ci sarebbe oro per tutti. Speriamo che le 2.452 tonnellate d’oro della Banca d’Italia siano lingotti veri e depositati in luogo sicuro.
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