Social card, è tempo di un bilancio. Ed è lo stesso ministero del Lavoro che ne traccia uno. Anzitutto fornendo alcuni dati: le 627mila richieste accolte hanno riguardato 364mila over 65 e 263mila nuclei con minori al di sotto di tre anni; sono stati caricati 306 milioni (240 dei quali sono stati spesi dai beneficiari); il titolare “tipico” ha fino ad oggi ricevuto 600 euro, mentre per il 5% gli importi erogati hanno oscillato fra i 640 e i 3.120 euro. Buone notizie anche dal fronte “spese di produzione”. Il ministero dell’Economia paga a Poste italiane una commissione giornaliera, calcolata su una base annua pari a 1,898 euro, per ciascuna carta attiva. Considerando il beneficio annuale medio unitario (480 euro), i costi di sistema risultano pari a circa lo 0,4-0,5% delle risorse stanziate. Quel che più rileva (e che meno era previsto) è l'”effetto stimolo”. Il programma ha inaugurato o accompagnato un trend, nel cui solco si sono inserite diverse città (da Bologna a Belluno), Regioni (il Friuli, ad esempio) e Province (quelle di Milano e di Roma) e anche soggetti privati. I quali hanno introdotto uno sconto del 5% sugli acquisti effettuati con la social card in oltre 10mila negozi (aderenti a Confcommercio, Federdistribuzione, LegaCoop, Confesercenti, Confcooperative e Confartigianato). Un contributo importante è giunto anche dalle farmacie di Federfarma e Assofarm, da Vodafone (per i possessori annullata la commissione mensile) e dai dentisti dell’Andi (hanno introdotto tariffe agevolate).
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