Mondo
La strage raccontata dagli operatori Intersos
96 morti per un attentato nella capitale. "Assistenza umanitaria sotto attacco"
di Redazione
Un attentato è avvenuto ieri durante le prove della parata militare che si sarebbe dovuta tenere per l’anniversario dell’unità dello Yemen. A farsi saltare in aria è stato un kamikaze vestito da militare che, approfittando delle prove per la parata prevista per domani in occasione delle celebrazioni del 22esimo anniversario dell’unità yemenita, si è mischiato a un folto gruppo di soldati e poliziotti e poi si è fatto esplodere a poca distanza dall’abitazione dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh e alla presenza dell’attuale capo di stato, Abde Rabbo Mansur Hadi. Un responsabile dei servizi di sicurezza ha detto che «l’attentato porta la firma di Al Qaeda». E la stessa Al Qaeda ha poi rivendicato in un comunicato l’agguato, affermando che esso aveva come obiettivo il ministro della Difesa e minacciando nuovi attentati nel Paese.
‘Eravamo nel nostro ufficio di Sana’a, e abbiamo sentito l’esplosione, le urla e le sirene delle ambulanze che hanno iniziato a arrivare a piazza al-Sabain, nel centro della capitale’ dichiara William Strangio, responsabile INTERSOS in Yemen. ‘Il nostro lavoro continua, i nostri centri di accoglienza per rifugiati sono aperti, abbiamo fatto però rientrare a casa il nostro staff yemenita questo pomeriggio per rassicurare le famiglie e garantire la loro incolumità. L’assistenza umanitaria è sotto attacco, gli operatori umanitari sono divenuti obiettivi di rapimenti, i combattimenti e l’instabilità del paese rendono difficilissimo il nostro aiuto ai civili. La gente dello Yemen vive in condizioni di vera crisi umanitaria, oltre ad essere vittima di una dura guerra civile. L’accesso umanitario deve essere garantito, dobbiamo poter continuare a soccorrere gli sfollati e rifugiati in un momento così difficile per lo Yemen’ continua Strangio.
Oltre 100.000 persone sono sfollate nei sobborghi di Aden e ricevono assistenza da INTERSOS. Le famiglie fuggite dagli scontri armati tra truppe governative e milizie fondamentaliste a Zinjibar, nella regione di Abyan, sono alloggiate dall’estate scorsa in 75 scuole della città e in alloggi di fortuna.
‘Quello di oggi, è stato un durissimo attacco, il Ministro della Difesa che era presente si è salvato per puro caso, lo Yemen è dentro una spirale di violenza gravissima mentre la povertà estrema è in crescita così come la malnutrizione infantile. Gli aiuti umanitari sono ostacolati proprio nelle zone del Sud dove il conflitto armato tra forze separatiste, milizie estremiste e esercito governativo sta infuriando da giorni’ spiega William Strangio da Sana’a.
Quasi un milione di bambini di età inferiore ai cinque anni soffre di malnutrizione acuta e più di un quarto tra loro è a rischio di decesso. La crisi umanitaria in cifre è davvero allarmante: circa 11 milioni di persone, metà della popolazione yemenita, non mangiano a sufficienza per i prezzi alle stelle dei prodotti alimentari.
INTERSOS dall’inizio delle violenze e dei disordini nel 2011 sta portando soccorso alla popolazione yemenita sfollata a San’a, ad Aden e ad Harad, a pochi chilometri dal confine con l’Arabia Saudita, continuando il lavoro che svolge dal 2008 in favore dei rifugiati e migranti dal Corno d’Africa. Lo staff formato da oltre 100 operatori umanitari nazionali e internazionali in Yemen indirizza l’aiuto non solo sulle esigenze fisiche dei più fragili tra le vittime, ma interviene anche nell’aspetto psico-sociale e sui bisogni di assistenza psicologica, di protezione, di accesso all’acqua potabile e di miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
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