Non profit

La svolta social di Giovanna Melandri

Obiettivo dell'iniziativa salutata da Napolitano e Monti è quello di «sollecitare la creazione di nuovi strumenti di finanza sociale e gettare un ponte tra il nostro paese ed esperienze pilota internazionali»

di Redazione

 

Non mancava nessuno ieri alla presentazione di Uman Foundation. Politica, istituzioni, finanza, imprenditori, Terzo settore. Dal segretario Pd, Bersani (ma anche Veltroni, Letta, Gentiloni, ect), al presdente del Consiglio Mario Monti (un po’ trafelato tra l’informativa alle parti sociali sulla legge di stabilità e un lunghissimo Consiglio dei ministri), dal presidente dell’Acri Guzzetti al presidente di Mediolanum Ennio Doris, dall’mprenditore Renzo Rosso a Enzo Manes, da Fulvio Conti, Ad di Enel (che ha ospitato l’iniziativa) a Valeri Ad di Deutsche Bank Italia, da Paola Menetti, presidente di Legacoop sociali a Johnny Dotti presidente di Welfare Italia. Ma l’elenco sarebbe infinito. Tutti con VITA sottobraccio.
 
Un vero trionfo per la promotrice e presidente della neonata  fondazione, Giovanna Melandri. Che ha incassato anche un saluto non banale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:"Nell’attuale situazione di grave crisi economica, la Fondazione da lei costituita tende a rappresentare un valido esempio di come il settore privato, opportunamente indirizzato e valorizzato, possa offrire un contributo sostanziale alla tutela dei diritti degli individui e delle categorie più deboli, promuovendo una cultura del bene collettivo”.  E Monti, da parte sua ha sottolineato che “Il tema del capitalismo filantropico é una nuova frontiera per molti aspetti anche per l'effetto dirompente della crisi che ha fatto emergere la debolezza di un modello di sviluppo del tutto impermeabile a esigenze di equità". Connettere, connettere, connettere ha detto Giovanna Melandri nel suo intervento, connettere un’Italia generosa ma troppo divisa.
 
Vogliamo sollecitare – spiega Giovanna Melandri, presidente di Uman Foundation – la creazione di nuovi strumenti di finanza sociale e gettare un ponte tra il nostro paese ed esperienze pilota internazionali. Vogliamo sperimentare in Italia nuove idee per un capitalismo più ‘Umano’ capace di innovare profondamente la finanza, rendendola solidale e socialmente utile. Il settore privato può essere uno straordinario promotore di trasformazione se si connetterà all’impresa sociale italiana e globale”.
 
Warren Buffet ha destinato oltre 43 miliardi di dollari allo sviluppo umano, battendo il suo amico e concorrente filantropico Bill Gates che ne ha offerti “solo” 40. In America lo chiamano “Giving Pledge” l’impegno a donare più della metà dei propri profitti. Così Larry Ellison di Oracle e Bill Gates hanno promesso il 95%, Warren Buffett il 99%, e Lyda Hill e Jon Huntsman addirittura il 100%. E non succede solo in Usa. Li Ka Shing e Azim Premji in Asia, David Harding, Joanne Rowling, Olivia Harrison in Inghilterra sono solo alcuni esempi. Il risultato è che l’82% delle risorse mondiali destinate alla filantropia deriva da fondi privati, e solo il 18% da fondi governativi. Si parla di 575 miliardi di dollari dei primi contro 128 dei secondi. Capitali privati gestiti da grandi fondazioni per investimenti sociali che rispondono a criteri di responsabilità e trasparenza e generano risultati tangibili. Anche in Europa sempre più si parla di "venture philanthropy" e di finanza sociale. L’Unione Europea, infatti, ha promosso il “marchio” per il Social Business 2014-2020 per “accreditare” l’innovazione sociale come un settore centrale da sostenere nella nuova Europa. L’Unione vuole creare uno strumento finanziario per agevolare l’accesso al finanziamento delle imprese sociali che già oggi svolgono un ruolo fondamentale nell’economia continentale occupando 11 milioni di persone e rappresentando il 10% del totale delle imprese europee.
 
E l’Italia dove si posiziona in questa rivoluzione filantropica e sociale? Mancano dati certi sul volume dei fondi privati italiani che vengono destinati alla filantropia: meno di 1 miliardo di dollari, secondo il Global Index of Philanthropy, più del doppio, 3 miliardi di euro, secondo l’ultimo rapporto ISTAT. Il terzo settore, in Italia, muove 67 miliardi di euro (4,3% del Pil), ma solo il 17,4% delle organizzazioni non profit si affidano al fundraising privato.
 
Secondo una recente indagine di IRIS Network sono più di 88 mila le aziende che, in Italia, avrebbero le caratteristiche per diventare imprese sociali. Sostiene Giovanna Melandri: «Occorre rafforzare il legame tra donatori privati e imprenditori sociali. Uman nasce per connettere le migliori imprese italiane alle imprese sociali migliori in Italia e nel mondo. Vogliamo difendere il modello di welfare europeo, renderlo più efficiente, ma contemporaneamente agganciarlo ai nuovi orizzonti della "finanza sociale", in crescita ovunque.
La rete GIIN di fondi social impact – a cui Uman è associata-  lanciata dalla fondazione Rockefeller nel 2007, conta oggi oltre 200 fondi. A questa finanza, che ha dimostrato di essere stabile anche in tempi di crisi, oggi stanno guardando investitori internazionali e fondi pensione”.
 
L’intervista integrale a Giovanna Melandri su VITA in edicola e nelle librerie Feltrinelli

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.