Sostenibilità
L’acqua in azienda? Ha bisogno di un manager
Le imprese fanno i conti con una risorsa sempre più preziosa

La sfida del risparmio idrico: questione di sensibilità ambientale, ma anche di riduzione dei costi.
C’è chi l’ha saputa cogliere: ecco come Si chiama «water manager» ed è l’uomo che, all’interno di un’azienda, si occupa dell’acqua, in tutte le sue applicazioni. In modo particolare si occupa di risparmiarla. In STMicroelectronics, azienda leader nel settore dei microchips, a vestire questi panni è Alessandro Beretta. Nello stabilimento di Agrate Brianza può contare su un team di 14 persone. «Nel 2006», spiega, «per produrre i nostri microchip venivano consumati 3,6 milioni di metri cubi all’anno. Oggi siamo scesi a 2,4 milioni, pur avendo aumentato la produzione globale del 7%». Un 30% in meno che significa un risparmio di 400mila euro all’anno sulla bolletta, a fronte di un investimento di 100mila euro. Come ci si è riusciti? «In tre fasi. Una misurazione precisa, goccia a goccia, di tutta l’acqua impiegata nel processo produttivo. E poi le tre R: riduzione, riciclo e riuso».
Buone pratiche, raccontate nel convegno «La gestione sostenibile della risorsa acqua» promosso da Sodalitas nell’ambito di «Dal dire al fare» (il salone della Csr svoltosi a Milano il 28 e 29 settembre scorsi), che dimostrano che l’approccio alla risorsa acqua diventa sempre più strategico per le imprese, di ogni tipo, anche quelle che hanno l’acqua come materia prima (vedi box). E non solo come importante parametro con cui si misura la responsabilità sociale dell’impresa stessa, ma anche come fattore non secondario di contenimento dei costi. Si risparmia e si fa bene al pianeta. Visto che in Italia un buon 20% del totale delle risorse idriche è consumato proprio dall’industria nel suo complesso, di buoni esempi di questo tipo c’è un gran bisogno.
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