Famiglia
L’appello di Save The Children per la giornata del Bambino Africano
1 bambino africano su 15 muore ogni giorno per il mancato accesso all'acqua potabile
di Redazione
In occasione della Giornata del Bambino Africano Save the Children sottolinea la perdurante siccità nell’Africa orientale e, in generale, le gravi conseguenze della carenza di acqua: 1 bambino ogni 15 secondi muore per il mancato accesso all’acqua potabile
Oggi, nella Giornata del Bambino Africano, Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dell’infanzia, rileva con preoccupazione il fatto che la comunità internazionale stia ignorando le gravi ripercussioni della siccità nell’Africa orientale e, più in generale, il pesante impatto che il difficile o mancato accesso all’acqua ha sulla salute, protezione e sicurezza dei bambini.
“Benché le piogge abbiano portato qualche beneficio nel Corno d’Africa, i livelli di malnutrizione restano elevati”, commenta Valerio Neri Direttore Generale di Save the Children Italia. “In questa parte del continente africano sono circa 3 milioni attualmente i bambini che continuano a soffrire le conseguenze della scarsità di acqua che ha già decimato le loro famiglie e prodotto una crisi alimentare nella regione”.
La penuria di acqua – sottolinea Save the Children nella ricerca “L’impatto sui bambini della mancanza di acqua”- ha, in generale, effetti negativi su tutti gli ambiti della vita di un minore: sulla salute ma anche sulla sicurezza e sull’educazione.
Si stima che 1 bambino ogni 15 secondi muoia a causa del mancato accesso all’ acqua potabile e 400 milioni di minori al mondo non hanno acqua a sufficienza.
Nei paesi in via di sviluppo, ogni bambino soffre in media di 10 attacchi di diarrea nei primi 5 anni di vita. A causa di ciò sono circa 443 milioni i giorni di scuola persi ogni anno da bambini e bambine. Solo il 50% delle scuole dei paesi in via di sviluppo è dotata di acqua e servizi igienici.
“La mancanza di acqua”, spiega Valerio Nei, “compromette alcuni diritti fondamentali dei bambini. Milioni di minori soffrono di malnutrizione, molti sono esposti ai rischi legati ai lunghi tragitti per andarsi a rifornire di acqua, altri ancora sono spinti a lavorare per aiutare le famiglie a provvedere a bisogni di base, come quello dell’acqua. Si tratta”, spiega, “di effetti per lo più nascosti e poco conosciuti”.
Per esempio, “un’azione semplice come raccogliere l’acqua può essere estremamente pericolosa per dei bambini”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia. “Quando l’acqua scarseggia i bambini, in particolare le bambine, debbono compiere lunghi tragitti la mattina presto per raggiungere le fonti d’acqua”. Il viaggio è spesso compiuto in solitudine e senza protezione e le bambine sono così esposte al rischio anche di stupri.
Si calcola che la distanza che in media un bambino africano deve percorrere ogni giorno per approvvigionarsi di acqua è di 6 km ma aumenta se il periodo è di siccità. Una persona di un paese “ricco” percorre in media 6 km in una settimana. I bambini che vivono in aree sprovviste di acqua sono costretti a trasportarla in contenitori che pesano anche 20 chili, il che è causa spesso di danni alla spina dorsale e al bacino.
In Kenya Save the Children ha rilevato numerosi matrimoni di bambine anche di 10 anni, come estrema misura, da parte delle famiglie, per ridurre il numero di bocche da sfamare. In periodi di siccità e carenza d’acqua, i matrimoni precoci aumentano perché le bambine vengono date in spose in cambio di cibo, acqua o bestiame.
La carenza di acqua condiziona anche l’istruzione di un bambino, costretto a saltare la scuola per andare a prendere l’acqua, per aiutare la famiglia nelle attività domestiche, per badare agli animali.
I bambini di famiglie contadine sono soggetti a frequenti spostamenti a causa della carenza di acqua e ciò non li mette in condizione di frequentare regolarmente la scuola.
“Il diritto all’acqua è fondamentale per il benessere generale e il futuro di ogni bambino. Non possiamo permettere che sia ancora negato a milioni di minori nel mondo”, conclude Valerio Neri.
Alla vigilia dell’arrivo della stagione secca, nell’Africa orientale, Save the Children auspica dunque che i donatori internazionali prevedano stanziamenti in caso di emergenza idrica, affinché le agenzie internazionali possano intervenire tempestivamente e prevenire l’insorgere di crisi umanitarie. Raccomanda inoltre che la particolare vulnerabilità dei bambini sia tenuta presente all’interno del sistema di allerta, allo scopo di monitorare gli effetti della carenza di acqua sulla salute, protezione ed educazione dei bambini.
La versione integrale della ricerca “”L’impatto sui bambini della mancanza di acqua” è scaricabile sul sito di Save The Children
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