Economia
Latini (Coop Italia) «Il mondo cooperativo? Ritrovi coerenza e avvii una strategia a lungo termine»
Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia, prima italiana nella classifica dell'ottavo World Cooperative Monitor, sottolinea: «Non ci può essere crescita economica se non garantendo occupazione sostenibile. Ogni giorno Coop si impegna a garantire la legalità del lavoro»
Il rapporto World Cooperative Monitor 2019 esplora l'impatto economico e sociale delle più grandi realtà cooperative in tutto il mondo, fornendo una classifica delle Top 300 e una analisi settoriale basata sui dati finanziari del 2017. La relazione di quest'anno presenta un'analisi speciale della Top 300 e dell'ottavo obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (crescita economica inclusiva e sostenibile, occupazione piena e produttiva e lavoro dignitoso per tutti – SDG 8). Coop Italia si piazza al 28° posto in classifica, occupando il primo posto tra le cooperative italiane. «Il mondo cooperativo deve ritrovare una maggiore coerenza interna e avviare una strategia di media lunga durata». Queste le parole di Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia, intervistata proprio n occasione della pubblicazione del rapporto.
Il WCM si occupa di stilare una classifica delle grandi cooperative nel mondo. Coop si posiziona al 28° posto. Cosa vuol dire far parte di una cooperativa così strutturata?
Vuol dire far parte di un sistema complesso, ricco di corpi intermedi e di importanti ramificazioni territoriali. L’insegna è unica, ma Coop in Italia è un soggetto collettivo che aggrega un articolato insieme di imprese cooperative di dimensioni diverse (83 di cui 7 grandi Coop) che operano in contesti altrettanto diversi: da metropoli come Roma e Milano ai piccoli centri di provincia, a territori montani, al sud. Questo significa riuscire di volta in volta a trovare punti di equilibrio diversi fra l’essere un brand nazionale e il dare risposte a esigenze specifiche. Inoltre dallo storico e comune impegno in ambito distribuzione alimentare le attività di servizio ai soci e consumatori hanno progressivamente allargato la loro sfera d’azione, cercando di dare risposte nuove a nuove esigenze. È così che sono nate le diversificazioni in ambito turistico, le Librerie, le utilities e finanche Coop Voce il primo operatore mobile virtuale nato in Italia.
I riflettori sono puntati sull’Agenda 2030 e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Anche noi abbiamo voluto fare un focus su SDG 8: quali sono le misure che Coop può mettere in atto per il raggiungimento di forme di lavoro più dignitoso? Quali invece per una crescita economica?
I due obiettivi per noi viaggiano all’unisono. Non ci può essere crescita economica se non garantendo occupazione sostenibile. Ogni giorno Coop si impegna a garantire la legalità del lavoro. Dal 1998 monitoriamo i fornitori di prodotto a marchio Coop nel rispetto dello standard SA8000 (ricordo che siamo stati i primi in Europa e gli ottavi nel mondo ad averlo adottato), chiedendo la sottoscrizione e l’applicazione di un Codice Etico e svolgendo adeguati controlli, con auditor qualificati e indipendenti. Nel tempo dai fornitori di prodotto a marchio si è passati a includere tutti i fornitori delle filiere “critiche”. Ma la battaglia non si vince solo coi controlli, è necessario evitare che la moneta cattiva scacci la buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone. Per questo motivo non abbiamo mai fatto le aste al ribasso ed abbiamo relazioni stabili e di lungo periodo coi nostri fornitori. Il prezzo che assicuriamo a chi produce permette il rispetto della sicurezza e la giusta retribuzione ai lavoratori e alle imprese. Fare agricoltura nel rispetto delle regole e facendo in modo che siano coperti i costi di produzione non solo è possibile, ma è anche sostenibile.
Si parla molto della situazione occupazionale in Italia, quale è la fotografia attuale di Coop e quale invece si prevede per il futuro?
Coop è uno dei più grandi datori di lavoro in Italia; comprendendo franchising e diversificazioni sono 58.900 i dipendenti, nella maggioranza dei casi si tratta di contratti a tempo indeterminato (94,3%) che occupa in larga parte donne (69,3% è la percentuale di lavoratrici). Le cooperative hanno attraversato gli anni della crisi economica, che ha colpito inevitabilmente il potere d’acquisto delle famiglie, non senza ricevere contraccolpi in negativo, ma sostanzialmente resistendo, ottenendo comunque risultati imprenditoriali diversi. Nel 2019 abbiamo avviato come sistema una revisione profonda delle nostre politiche. Da un lato abbiamo fortemente potenziato le scelte consumeriste sull’ambiente, sul benessere alimentare e sulla convenienza dell’offerta, dall’altro si è realizzato un cambiamento negli assetti interni di Coop Italia (il consorzio di acquisti e marketing) e dell’Associazione Nazionale (il polo istituzionale) che pensiamo possa permetterci di affrontare con più forza i nodi strategici del futuro. Il Prodotto a Marchio Coop, che continua a crescere nelle quote, sarà il perno delle nostre azioni future e lavoriamo su questo in stretta correlazione con la propensione green degli italiani e le loro scelte d’acquisto. I nostri investimenti in questa fase si rivolgono soprattutto al miglioramento dell’offerta nell’attuale rete di punti vendita.
Abbiamo fornito una scheda personalizzata con i dati relativi al 2019: cosa ne pensa della vostra situazione attuale? Le Nazioni Unite stanno promuovendo la raccolta dei dati per la diffusione di conoscenza sul mondo cooperativo, quale è il pensiero di Coop?
Siamo in un momento decisivo per le cooperative di consumatori. In Italia (e non solo) assistiamo ogni giorno a grandi trasformazioni nel settore economico in cui lavoriamo: concentrazioni, crisi, l’espansione del digitale, il crescere della concorrenza dei discount. Il mondo cooperativo deve ritrovare una maggiore coerenza interna e avviare una strategia di media lunga durata. D’altro canto è innegabile la modernità del suo messaggio che deve solo essere meglio dispiegato. Faccio un esempio. Oggi quotidianamente assistiamo a campagne importanti volte a promuovere comportamenti di consumo ecologici, sostenibili, abbiamo sicuramente alzato l’attenzione di fronte a una emergenza tutti assieme, imprese e consumatori, e sono la prima a esserne felice. Ma mi corre l’obbligo qui di ricordare che nel 1986 (ovvero 34 anni fa) i soci di alcune Coop realizzarono una campagna di sensibilizzazione a punto vendita a dir poco profetica: un’immagine ritraeva un sacchetto di plastica gigante che contiene un mare al suo interno, con dentro un’isola e una barca a vela, e la scritta “Il mare nasconde i suoi tesori. E quando i sacchetti di plastica nasconderanno il mare?”. Stesso anno e stessa campagna: una cicogna che tiene nel becco un sacchetto di plastica con dentro un bebè e la scritta “I sacchetti di plastica non hanno età”. E l’ultimo con quattro tartarughe che passeggiando nel bosco finiscono dentro un sacchetto di plastica. Ecco già allora pensavamo a un mondo diverso, in questo sta la particolarità di essere Coop che dobbiamo soltanto ricordare e attualizzare.
Il rapporto è pubblicato da Euricse e ICA (International Cooperative Alliance). Per scaricarlo clicca qui
Euricse sta già lavorando all’edizione 2020. Scrivi all'indirizzo monitor@monitor.coop se vuoi inviare i tuoi dati o se vuoi fornire un feedback.
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