Primo maggio
Lavoro, la carica degli stranieri sfruttati
700 casi in tre mesi: lo denuncia l'Osservatorio nazionale dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori - Als Mcl che rileva i controlli effettuati dalla forze dell’ordine in 11 regioni. Paolo Ragusa, presidente di Als Mcl, parla di «quadro preoccupante» e Luzzi, presidente Mcl, dice: «Non possiamo girarci dall'altra parte»
di Alessio Nisi

In occasione del 1 maggio, Festa dei lavoratori, l’Osservatorio nazionale “Non coltiviamo l’illegalità”, dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori – Als Mcl evidenzia come nell’ultimo quadrimestre del 2024, dai controlli effettuati dalla forze dell’ordine in 11 regioni italiane, sono stati individuati oltre 700 lavoratori sfruttati o irregolari.
I settori. I controlli e le irregolarità hanno riguardato soprattutto il settore agricolo, seguito da quello tessile e manifatturiero, ma non sono mancati interventi anche in attività commerciali e imprese edili.
Le mappa regionale delle irregolarità. La Puglia è la regione in cui è stato trovato il numero più alto di lavoratori irregolari (166), seguita da Sicilia (94), Toscana (88), Emilia Romagna (68) e Trentino-Alto Adige (61). Tanti gli imprenditori e i caporali coinvolti, raggiunti a vario titolo da denunce, provvedimenti di sospensione dell’attività, sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche da misure cautelari. I controlli sono stati effettuati in misura maggiore dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro – Nil.
In Italia, dati Istat 2024, il tasso complessivo di irregolarità è pari all’11,3%, nell’agricoltura sale al 23,2% e addirittura nel lavoro domestico si sale al 51,8%.
Tenere accesi i fari sulle condizioni dei lavoratori
«Il dato complessivo dei lavoratori irregolari emersi nel corso dei controlli – spiega Paolo Ragusa, presidente di Als Mcl, «ci restituisce un quadro preoccupante, di cui sicuramente eravamo già a conoscenza ma che è importante continuare a monitorare. Il nostro osservatorio è nato proprio con questo scopo, perché tenere accesi i fari sulle condizioni di così tanti lavoratori, prevalentemente stranieri, è l’unico modo per cercare di risolvere questo ormai annoso problema. Proprio in occasione del 1 maggio, la festa dei lavoratori, di tutti i lavoratori dobbiamo ancora di più intensificare i controlli e l’attenzione al fenomeno deplorevole del lavoro nero che coinvolge speso persone straniere».
Non possiamo più girarci dall’altra parte
«Sappiamo», aggiunge Alfonso Luzzi, presidente generale di Mcl, «che per molti gli stranieri rappresentano una forza lavoro da sfruttare al massimo senza riconoscere loro alcun diritto o alcuna tutela, tanto meno in termini di sicurezza. È questa mentalità che dobbiamo combattere, per far sì che chi arriva nel nostro Paese possa prendere parte a un normale e sano processo di integrazione».
Aggiunge Luzzi: «Non possiamo più girarci dall’altra parte, ma dobbiamo sostenere e incentivare il più possibile il lavoro di controllo delle autorità preposte, affinché atteggiamenti e pratiche criminali diventino sempre più marginali e disprezzati. Questo deve essere lo spirito del 1 maggio».
In apertura foto di Etienne Girardet per Unsplash
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