Sicurezza e occupazione
Lavoro, nei cantieri edili il 23,3% degli incidenti mortali
È quanto risulta dai dati Inail (aggiornati a gennaio 2025) sul totale delle morti registrate nell’Ue-27 nel 2022, presentati in occasione della pubblicazione del nuovo Position paper dell'Associazione infrastrutture sostenibili - Ais. Il testo promuove una visione integrata dell’infrastruttura sostenibile, che tiene insieme efficienza economica, riduzione dell’impatto ambientale e valorizzazione del lavoro umano. Lorenzo Orsenigo, Presidente Ais: «Abbiamo bisogno di una nuova visione della sicurezza: non più come semplice adempimento normativo o costo da gestire, ma come asset strategico. Considerare la sicurezza un aggravio di costi è un errore di prospettiva»
di Alessio Nisi

Secondo l’ultimo rapporto Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – Inail (aggiornato a gennaio 2025), le costruzioni si confermano il settore più pericoloso d’Europa per numero di decessi sul lavoro, con una quota del 23,3% sul totale delle morti registrate nell’Ue-27 nel 2022. In Italia, i dati provvisori per il 2024 mostrano un aumento del +2,8% delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nel settore, rispetto al 2023. Un segnale di allarme che impone risposte immediate.
Nonostante il lieve calo complessivo degli infortuni tra i lavoratori (-0,7%), il comparto edile resta il più esposto, e il più bisognoso di strategie innovative e strumenti efficaci.
A lanciare un appello in questa direzione è Associazione infrastrutture sostenibili – Ais. Nel suo nuovo Position paper n.9 (elaborato dal gruppo di lavoro Ais Responsabilità sociale e sicurezza sul lavoro e presentato alla Camera), dal titolo Sicurezza sul lavoro: dal cantiere edile un modello virtuoso di partecipazione, soluzioni digitali e sostenibilità, promuove una visione integrata dell’infrastruttura sostenibile, che tiene insieme efficienza economica, riduzione dell’impatto ambientale e valorizzazione del lavoro umano.
Dobbiamo puntare allo zero morti sul lavoro non come utopia, ma come obiettivo condiviso, con strumenti, metodo e responsabilità
Lorenzo Orsenigo – presidente Associazione infrastrutture sostenibili
La sicurezza come asset strategico
«Abbiamo bisogno di una nuova visione della sicurezza: non più come semplice adempimento normativo o costo da gestire, ma come asset strategico, come parte integrante dell’identità d’impresa», spiega Lorenzo Orsenigo, presidente Ais.
La sicurezza attiva, precisa, «è quella che anticipa i rischi, che sfrutta il potenziale delle tecnologie, che forma e coinvolge le persone. Le infrastrutture sostenibili non sono solo opere ben costruite, ma cantieri in cui lavorare è dignitoso, sano e sicuro. Considerare la sicurezza un aggravio di costi è un errore di prospettiva. Significa non vedere che ogni euro investito in sicurezza è un euro risparmiato in inefficienze, ritardi, sofferenze».

Una strategia integrata in quattro pilastri
Partecipazione attiva. Il Position paper propone una strategia integrata che parte dal rafforzamento della partecipazione attiva: tutti gli attori coinvolti nel processo costruttivo (dai committenti ai lavoratori) devono essere responsabilizzati e coinvolti nella costruzione di un ambiente sicuro. La sicurezza diventa così un processo condiviso, non più solo un insieme di obblighi calati dall’alto.
Questo Position paper rappresenta un passo importante verso una visione integrata della sicurezza nei cantieri, fondata su partecipazione, responsabilità sociale e innovazione tecnologica
Giuseppe Amaro – coordinatore generale del gruppo di lavoro Ais Responsabilità sociale e sicurezza sul lavoro
Digitalizzazione dei cantieri. Altro pilastro è la digitalizzazione dei cantieri. L’adozione di tecnologie intelligenti, sistemi di monitoraggio in tempo reale, sensori e modelli BIM permette di trasformare il cantiere in un ambiente dove i rischi sono identificabili, gestibili e prevenibili in modo proattivo. Non si tratta di sostituire le competenze umane, ma di potenziarle attraverso strumenti che anticipano criticità e migliorano l’efficienza.

Formazione continua. Fondamentale, poi, è la formazione continua. Promuovere la cultura della prevenzione, rafforzare la comunicazione efficace e riconoscere le diversità – di lingua, di genere, di esperienza – come elementi da valorizzare nei percorsi formativi è il modo per rendere ogni lavoratore consapevole del proprio ruolo nella catena della sicurezza.
Sicurezza e sostenibilità integrate. Infine, il documento pone attenzione all’integrazione tra sicurezza e sostenibilità. Per Ais, garantire la salute e l’incolumità nei luoghi di lavoro non è solo un imperativo etico, ma una componente fondamentale della sostenibilità sociale. Prevenire infortuni significa ridurre sprechi, inefficienze, ritardi e danni reputazionali, contribuendo in modo diretto alla qualità complessiva delle opere realizzate.
La sicurezza sul lavoro deve essere posta al centro del discorso politico ed economico. Lo si fa con un cambio di paradigma, in cui le soluzioni per la sicurezza sono collettive e basate su una cultura condivisa e accessibile a tutti. Ne è un esempio virtuoso il position paper di Ais, frutto di un lavoro collettivo e partecipato
Chiara Gribaudo – presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia
Strumenti concreti per ripensare il cantiere
«La sicurezza», chiarisce Giuseppe Amaro, coordinatore generale del gruppo di lavoro Ais responsabilità sociale e sicurezza sul lavoro, «non può essere solo un obbligo normativo: deve diventare un valore condiviso, costruito insieme da tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio. Il nostro obiettivo è fornire strumenti concreti per ripensare il cantiere come luogo di lavoro sicuro, inclusivo e sostenibile, in cui la tutela delle persone sia parte integrante della qualità dell’opera».
Gestire il rischio significa pensare alla sicurezza in tutte le fasi del progetto
«Nella realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Lione – nella foto in apertura – l’attenzione alla sicurezza è una componente strutturale del progetto», aggiunge Manuela Rocca, vicedirettore generale Telt, che alla Camera ha portato l’esperienza di un’opera internazionale che ha fatto della sicurezza una priorità.
Per Rocca «in un cantiere, soprattutto in sotterraneo, la gestione del rischio è alla base della strategia per affrontare la questa sfida. Gestire il rischio significa pensare alla sicurezza in tutte le fasi del progetto, dal suo concepimento alla gestione dell’opera».
In apertura e nel testo foto dell’Associazione infrastrutture sostenibili – Ais
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