Welfare
Lazio, per i carcerati si aprono le porte dell’universit
Il garante regionale e Laziodisu firmano un protocollo d'intesa
di Redazione
Nel Lazio, su una popolazione carceraria di 5.700 unità, gli studenti
iscritti all’Università sono 23 fra cui 5 donne. La maggior parte degli studenti,
17, sono a Roma detenuti nei vari complessi di Rebibbia, due a Velletri e altrettanti a Viterbo, uno a Cassino e uno a Civitavecchia.
Incrementare questi numeri con l’orientamento agli studi universitari,
l’accompagnamento al lavoro post-laurea e le modalità per la fruizione dei benefici erogati da Laziodisu compatibili con l’ordinamento carcerario sono gli scopi del
Protocollo d’Intesa, primo del genere in Italia, firmato dall’Ufficio del
Garante regionale dei detenuti e Laziodisu, l’Azienda per il diritto agli
studi universitari nel Lazio.
In effetti 23 studenti universitari su 5.700 detenuti sono una percentuale irrisoria – ha detto il Garante regionale dei detenuti Angiolo Marroni
Dobbiamo lavorare per incrementare questo numero perché la via maestra
del completo reinserimento passa anche attraverso una maggiore diffusione della
cultura e dello studio.
Nel Protocollo – firmato dal Garante dei detenuti e dal presidente di Laziodisu
Marco Daniele Clarke – è previsto che l’ufficio del Garante effettui un
rilevazione conoscitiva dei detenuti con il diploma di scuola media
superiore e potenzialmente interessati alla carriera universitaria. Prevista la
possibilità di predisporre altre iniziative tese al miglioramento della qualità della
vita, all’istruzione e alla formazione culturale e professionale
finalizzata al recupero, reintegrazione sociale e all?inserimento nel mondo del
lavoro.
Nel suo prossimo programma operativo, Laziodisu stanzierà risorse destinate
all’orientamento degli iscritti alle scuole superiori in vista di un
possibile approdo all’Università. Per i detenuti studenti universitari sono invece
previste attività di accompagnamento allo studio e di orientamento al
lavoro post-laurea.
Marroni e Clarke hanno convenuto sulla utilità di mettere in atto forme di collaborazione istituzionale per il raggiungimento dell’obiettivo del recupero, della reintegrazione e del reinserimento delle persone
sottoposte a restrizione della libertà personale e che l’istruzione e la formazione professionale sono un elemento strategico per il raggiungimento
dell’obiettivo.
“Lo studio”, ha detto Clarke, “è un elemento fondamentale per il recupero
dei detenuti. Grazie a questo protocollo attiveremo forme specifiche di orientamento allo studio e accompagnamento al lavoro che rappresentano elementi
importanti del reinserimento sociale”.
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