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Le 12 buone notizie del 2009
In testa alla lista i progressi dei paesi africani
di Redazione

Come è stato il 2009? Sul fronte dei diritti umani ci sono diverse buone notizie. Amnesty International le ha pubblicate sul suo sito, mettendone in evidenza le dodici migliori, una per ogni mese dell’anno che si sta concludendo.
A spiccare, nell’elenco di Amnesty, sono i progressi dei Paesi africani per quanto riguarda l’abolizione della pena di morte.
Sarà stata di buon auspicio la decisione del Mali, che aveva scelto il giorno di Natale 2008 per bandire la pena capitale. Sta di fatto che il 9 gennaio di quest’anno il Ghana ne ha subito seguito l’esempio. Il presidente uscente John Kuffour, ha commutato tutte le condanne a morte. Secondo i dati di Amnesty International, il provvedimento ha riguardato 108 prigionieri in attesa di esecuzione, 105 uomini e tre donne. L’ultima esecuzione nel paese aveva avuto luogo nel 1993.
Il 24 aprile è stata la volta del Burundi, diventato il 93mo paese abolizionista per tutti i reati. L’ultima esecuzione nel paese africano aveva avuto luogo nel 1997.
Due mesi dopo, il 23 giugno il Togo si è aggiunto alla lista: l’Assemblea nazionale ha votato all’unanimità in favore dell’abolizione della pena di morteil 94mo a livello mondiale. “Questo paese ha deciso di istituire un sistema giudiziario sano, che riduce il rischio di errori giudiziari e garantisce i diritti delle persone”, ha commentato il ministro della Giustizia Kokou Tozoun. “Questo nuovo sistema non è più compatibile con un codice penale che mantiene la pena di morte e concede all’autorità giudiziaria un potere assoluto, con conseguenze irrevocabili”.
«L’Africa è il continente che sul tema della pena di morte sta cambiando più rapidamente degli altri» commenta Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio,. Pur provata da conflitti e povertà, si distingue per una tendenza positiva sia nella diminuzione costante del computo delle esecuzioni che nell’aumento dei Paesi abolizionisti o che attuino una moratoria della pena capitale».
Tra le associazioni italiane impegnate a diffondere una cultura abolizionista in Africa c’è “Nessuno Tocchi Caino”, che nel 2009 ha promosso una campagna per l’abrogazione delle esecuzioni capitali proprio nel continente attraverso il finanziamento della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri e con il patrocinio del segretariato sociale della Rai. L’organizzazione guidata da Sergio d’Elia ha deciso di cominciare questa battaglia partendo dalla Repubblica democratica del Congo, dove sono stati organizzati, dal 9 al 12 giugno 2009, una conferenza nazionale per la moratoria della pena di morte e un seminario, destinato a giornalisti e operatori della comunicazione, per diffondere nel Paese l’informazione su questo tema.
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