Non profit

Le 5 regole d’oro del crowdfunder

Il vademecum di Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Roma Fund-raising.it e blogger di Vita.it

di Massimo Coen Cagli

Che il crowdfunding sia entrato a pieno titolo  tra le moderne modalità di raccogliere fondi non v’è dubbio. Inoltre porta tratti di forte innovazione: personalizza il fund raising; “democratizza” il finanziamento dei progetti; connette la donazione con l’azione sociale. (Per approfondire: “Ritorno al futuro. Come vediamo il fund raising di domani”). Per questo va prestata una grande attenzione alla sua evoluzione.

Quello che invece spesso sfugge è che il crowdfunding non ha capacità autonoma di portare soldi. Così come non lo ha internet. La storia del fund raising moderno è piena di luoghi comuni circa il potere magico di internet. Esso è un mezzo, un canale (potentissimo) ma non uno strumento di raccolta fondi.

Basta vedere sulle differenti piattaforme, quanti progetti sono stati finanziati realmente rispetto a quelli proposti (una minoranza!) per rendersi conto di questo. Ma chi ha avuto successo, allora? Lo ha avuto perché ha rispettato 5 regole.

 

  • 1) Vanno proposti progetti molto finalizzati e con obiettivi specifici e che alla fine raggiungono un impatto verificabile e non cause sociali generali. Le organizzazioni (e quindi il loro finanziamento) non sono un oggetto interessante per il popolo del crowdfunding. Questi progetti devono avere obiettivi economici ragionevoli (la media di quelli finanziati si colloca tra i 5 e i 10.000 euro)
  • 2) Va preparata una buona presentazione del progetto: breve, efficace, interessante, originale. Il potenziale donatore ha poco tempo per ascoltare o leggere la vostra proposta, e peraltro lo fa in un posto che è pieno di altre proposte in competizione.
  • 3) Al donatore va assicurato un chiaro beneficio in cambio della sua donazione. Non deve essere per forza materiale o avere un valore economnico,  ma è meglio che lo sia. Certamente può essere anche immateriale o meramente simbolico: ma ci deve essere!
  • 4) Bisogna garantire un ottimo lavoro di networking coinvolgendo tutte le reti sociali alle quali l’organizzazione e i suoi membri partecipano (parentali, amicali, di interesse, di svago, ecc..) on line (facebook e analoghi)  e off line e portarle sulla piattaforma. La piattaforma non trova donatori! E’ un posto dove far diventare tali i tuoi contatti.  Chiaramente le reti sociali, se adeguatamente sollecitate, tramite il passaparola possono portare alla organizzazione nuovi contatti inaspettati.
  • 5) Infine, mai quanto nel caso del crowdfunding vale il principio che il fund raising è “persone che donano a persone”: la tua proposta avrà maggiore successo se i leader del progetto si spendono in prima persona nell’appello.
     

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