Non profit
Le Acli: “Non fateci votare con quella legge”
Lo chiedono i delegati internazionali riuniti per il terzo congresso della Fai e denunciano un taglio di fondi del 55% negli ultimo tre anni
di Redazione
“Garantire in tutti i modi la trasparenza del voto all’estero”. Lo chiedono a gran voce da Parigi i delegati delle Acli internazionali, riuniti nella capitale francese per il terzo congresso della Fai (la Federazione delle Acli internazionali) in rappresentanza di 18 Paesi nel mondo dov’è radicata la presenza dei nostri connazionali, dall’Europa continente americano, dall’Australia al Sudafrica.
“Non fateci piu votare con quella legge – chiedono gli italiani all’estero rappresentati dalle Acli – Non vogliamo rinunciare all’esercizio del diritto di voto, che rappresenta per noi una conquista storica, ma proprio per questo vogliamo che sia garantita la correttezza e la trasparenza del processo democratico”. «Il processo di voto per corrispondenza – spiega Michele Consiglio, responsabile della Rete mondiale aclista – così com’è, non offre sufficienti garanzie. C’è il problema dell’aggiornamento delle liste degli italiani iscritti all’Aire. Si potrebbe introdurre la dichiarazione anticipata di volontà di voto presso i singoli consolati, quindi l’invio da parte del ministero dell’Interno del plico elettorale con ricevuta di ritorno, così da facilitare la verifica della corrispondenza delle schede elettorali». Contestualmente, la Federazione delle Acli internazionali chiede il rinnovo degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, Comites e Cgie. La situazione è bloccata per decreto. La prossima settimana si riunisce a Roma il Cgie. «L’indebolimento degli organi tradizionali di rappresentanza degli italiani all’estero – dice Consiglio – rende più difficile il controllo sulla politica».
L’altra questione sul piatto riguarda i pesanti tagli operati in questi ultimi anni nei confronti degli italiani residenti all’estero. Le recenti “decisioni di Bilancio per il 2011″ per il capitolo di spesa previsionale del Ministero degli Affari esteri (Dgiepm – Direzione generale italiani all’estero e politiche migratorie) prevedono un taglio del 20% rispetto al 2010, pari a 14 milioni di euro in meno (dai 73 milioni del 2010 ai 59 milioni del 2011). Tagli che si aggiungono a quelli degli altri anni: nel 2008 lo stato di previsione prevedeva una spesa di 131 milioni, nel 2001 si scende a 59 milioni: un taglio in tre anni pari a 72 milioni pari al 55%. Nel 2012 si conferma la stessa cifra del 2011. Ma considerando che essa, per legge, deve comprendere anche le elezioni dei Comites e del Cgie, di fatto si avrà una ulteriore decurtazione del 12%”.
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