Non profit

Le condizioni delle Fondazioni per rimanere

«Disponibili a rimanere azioniste» ha sintetizzato Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri. In una riunione a Roma concordata la linea nel processo di conversione delle azioni privilegiate in ordinarie

di Redazione

Disponibili a rimanere azioniste di Cassa Depositi e Presti Spa (Cdp). Lo hanno deciso le Fondazioni di origine bancaria azioniste di Cdp nella riunione di oggi a Roma per concordare una linea comune in relazione al processo di conversione delle loro azioni privilegiate in azioni ordinarie.

Dall’incontro è emersa l’unanime disponibilità del sistema delle Fondazioni di origine bancaria a mantenere la propria presenza all’interno della compagine azionaria di Cdp per sostenere nell’interesse del Paese l’azione e la crescita della sua più importante infrastruttura finanziaria.
È però necessario che le condizioni della conversione siano rispettose dei diritti di azionisti delle Fondazioni e le mettano in grado di poter sostenere l’impegno richiesto. Del resto il parere del Consiglio di Stato che si è pronunciato sulla materia, su richiesta del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha indicato l’esigenza di un’equa valutazione del rapporto di conversione tra azioni privilegiate e azioni ordinarie. Le iniziative in atto al Senato da parte dei senatori membri della Commissione di vigilanza della Cdp vanno in questa direzione. Non resta che attendere la decisione del Governo.

«Le Fondazioni di origine bancaria sono consapevoli dell’importanza strategica di Cdp per lo sviluppo del Paese e della necessità di non turbare in alcun modo l’azione che essa sta svolgendo a sostegno degli enti locali, delle infrastrutture, delle imprese e di importanti iniziative quali il piano di housing sociale, come accadrebbe se le Fondazioni fossero costrette loro malgrado a esercitare il diritto di recesso» ha dichiarato il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti.
«Pertanto, sono pienamente disponibili a rimanere azioniste di Cdp, convertendo le proprie azioni privilegiate in azioni ordinarie, a condizioni eque. Ove tali condizioni non si realizzassero diventerebbe inevitabile il loro recesso» ha aggiunto Guzzetti. «Le Fondazioni non chiedono alcun privilegio economico nel processo di conversione, ma il rispetto dei loro diritti e in tal senso si augurano che tutte le forze politiche e i gruppi parlamentari vogliano operare per un’equa soluzione della vicenda».
 

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