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#LibridiVITA

Le donne nelle guerre di oggi, chiamate a difendersi dal primo respiro

Sembrano ragazze come tante, che hanno voglia di vivere, di conoscere e di amare. Ma non lo sono. Perché dal loro primo respiro, sono chiamate a difendersi dalla violenza, dal fanatismo, dalle guerre. Per la rubrica #LibridiVITA abbiamo scelto di dare la voce ad alcune di loro. Tra queste: Nasim Eshqi, l’unica alpinista iraniana; Asmaa Alhoul, che ci porta nella vita di Gaza; Sofi Oksanen che ci racconta lo stupro come arma di guerra. E ancora: Ilaria Tuti; Igiaba Scego e Francesca Giannone. E infine, la storia di sei donne che scelsero il mestiere di corrispondenti di guerra quando il fronte sembrava una faccenda per soli uomini

di Sabina Pignataro

Sembrano ragazze come tante, che hanno voglia di vivere, di conoscere e di amare. Ma non lo sono. Perché dal loro primo respiro, sono chiamate a difendersi dalla violenza del fanatismo, dalle guerre, dalla violenza.
Per la rubrica #LibridiVITA abbiamo scelto di dare la voce a Nasim Eshqi, l’unica alpinista professionista iraniana, cresciuta sotto l’oppressione del governo. Poi a Sofi Oksanen, che parte dalla storia di sua zia per affrontare i crimini sistematici compiuti dai soldati russi nel corso della guerra in Ucraina. E ancora, a Asmaa Alhoul, che ci porta nella vita di Gaza, un attimo prima dell’ultima tragica deflagrazione. E infine a molte altre per le quali la guerra non è un’esperienza diretta, ma una tara genetica, come Ilaria Tuti; Igiaba Scego e Francesca Giannone.

Ero roccia, ora sono montagna
Di Nasim Eshqi, con Francesca Borghetti
Garzanti Libri
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Nasim Eshqi è l’unica alpinista professionista iraniana, nota per l’apertura di oltre cento nuove vie tra Europa e Medio Oriente Nata a Teheran il 21 marzo 1982, primo giorno di primavera, Nasim è cresciuta sotto l’oppressione del governo iraniano. Ero roccia, ora sono montagna è il racconto della sua vita, da bambina ribelle con la passione per le arti marziali e il desiderio di diventare un ragazzo, a giovane donna innamorata della natura e alla costante ricerca della propria identità. Dopo le rivolte del 2022 e la stretta del regime, ha deciso di esporsi in prima persona dando voce, attraverso i suoi social network, a tutte le donne vittime di soprusi. Oltre allo sviluppo di pareti in aree remote, si dedica all’empowerment delle nuove generazioni e soprattutto delle giovani donne, con un impatto che va oltre l’arrampicata.

Contro le donne. Lo stupro come arma di guerra
di Sofi Oksanen, Traduzione di Nicola Rainò
Einaudi
in uscita a marzo

Dal suo ingresso a Berlino nel 1945 all’invasione dell’Ucraina, l’esercito russo ha fatto delle violenze sulle donne e dello stupro una vera e propria arma di guerra.
 Nell’Estonia invasa dai sovietici, la zia di Sofi Oksanen fu prelevata e interrogata per tutta una notte. Dopo quell’esperienza non avrebbe più parlato. Oksanen parte dalla storia di questa donna per affrontare i crimini sistematici compiuti dai soldati russi nel corso della guerra in Ucraina. «In Ucraina, la violenza sessuale è parte integrante del genocidio. In politica interna, la misoginia è uno strumento utilizzato dal Cremlino per impedire l’ascesa al potere delle donne. In politica internazionale, è uno strumento dell’imperialismo russo».

La ribelle di Gaza
Asmaa Alghoul, Sélim Nassib
Edizioni E/O
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La voce di una giovane donna libera si alza da Gaza, tormentata dai bombardamenti israeliani e dalla tirannia islamista, per raccontare la sua storia: quella di una ragazza come tante, che ha voglia di vivere, di conoscere e di amare, di sfidare le assurde regole del maschilismo e la violenza del fanatismo religioso. La ragazza scrive per liberarsi dei troppi sentimenti contraddittori stilando, con un tono sia allegro che serio, un ritratto sensuale dell’amatissimo paese natio divenuto nel corso degli anni un calderone di guerre e integralismi. Diventerà scrittrice, ecco cosa ne sarà.

Le corrispondenti. La seconda guerra mondiale raccontata da sei donne al fronte
di Judith Mackrell. Traduzione di Anna Lovisolo
EDT
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La storia di sei donne straordinarie che scelsero il mestiere di corrispondenti di guerra quando il fronte sembrava una faccenda per soli uomini. Professioniste costrette da assurdi pregiudizi e divieti a tenersi a debita distanza dal fronte, trattate come dilettanti, escluse dai briefing militari per i media, ma decise a sottrarsi all’oltraggio del “punto di vista femminile” e alla necessità di un “trattamento speciale”. Queste giornaliste, autonome e competitive, furono costrette a cercare di continuo punti di vista alternativi e più interessanti rispetto ai loro colleghi maschi: il risultato fu una vera rivoluzione nel modo di raccontare la guerra, un modello tuttora seguito e ammirato in tutto il mondo.

Come vento cucito alla terra
di Ilaria Tuti
Longanesi
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Londra, settembre 1914. «Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga, ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie […] Quando una notte ricevo una visita inattesa, comprendo di non rispondere soltanto a me stessa. Il destino di mia figlia, e forse delle ambizioni di tante altre donne, dipende anche da me».
In questo libro che parla del ruolo delle donne in guerra, viene narrata una vicenda storica realmente accaduta: il caso delle Lady Doctors, le donne chirurghe che, durante la prima guerra mondiale, lottarono contro ogni pregiudizio e stereotipo per aprire un ospedale interamente gestito da donne.

Cassandra a Mogadiscio
di Igiaba Scego
Bombiani
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Incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2023, Cassandra a Mogadiscio è un libro biografico che parla di identità e colonialismo, della guerra di Somalia e della diaspora che ne seguì. A scriverlo in formula di memoir è Igiaba Scego, autrice italiana di origine somala che in questo romanzo racconta, in una lunga lettera spedita alla nipote, la genealogia familiare alle prese con la guerra civile somala, l’esilio e la nuova difficile vita a Roma.

La portalettere
di Francesca Giannone
Ed. Nord
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Un romanzo storico e di formazione che racconta una vicenda ispirata dalla bisnonna dell’autrice. In questo romanzo si parla di una donna, Anna, che ha fatto, nel suo piccolo, la Storia. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della sua famiglia, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe. 
Vincitore del Premio Bancarella 2023.


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