Dai 233 milioni di euro “investiti” fra attività istituzionali e filantropia nel 2008 dalla Fondazione Monte dei Paschi, ai 161,7 che saranno elargiti quest’anno, fino al sensibile calo previsto per il 2010. Un taglio consistente, ma inevitabile, visto che, come dice il direttore generale della fondazione senese, Marco Parlangeli, «in questo momento non ci sono isole felici».
Vita: Quali le conseguenze per le realtà che sostenete?
Marco Parlangeli: Fino ad ora finanziavamo circa un terzo dei progetti che ci venivano presentati e comunque per importi inferiori a quelli richiesti. Ora saremo costretti a ridurre questa quota.
Vita: Quali saranno i criteri di selezione?
Parlangeli: Sono due gli elementi che teniamo in forte considerazione: la connessione col nostro territorio e l’impatto economico che i progetti riescono a sviluppare. In particolare questo secondo aspetto diventa imprescindibile in un momento di forte flessione occupazionale. Detto questo occorre che il non profit aumenti la qualità delle sue proposte.
Vita: Quali sono i settori del terzo settore che secondo lei rispondono meglio a questi input?
Parlangeli: Sul piano del contrasto alla disoccupazione la cooperazione sociale dà certamente buone risposte, come ha dimostrato il bando straordinario che abbiamo varato a inizio anno.
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