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Le raccomandazioni di Amnesty all’Italia

Martedì l’Italia sara’ sottoposta all’Esame periodico universale Onu sui diritti umani

di Redazione

Martedi’ 9 febbraio, a Ginevra, l’Italia sara’ sottoposta all’Esame periodico universale da parte del gruppo di lavoro del Consiglio Onu dei diritti umani. Lo stesso giorno Amnesty International prendera’ parte a un’audizione formale su questo tema presso il Comitato permanente sui diritti umani della Camera dei deputati.

In vista della riunione di Ginevra, Amnesty International ha sottoposto all’attenzione del Consiglio Onu dei diritti umani un documento contenente informazioni sulla situazione dei diritti umani in Italia e una serie di raccomandazioni indirizzate al governo italiano, che l’organizzazione auspica saranno prese in considerazione durante l’Esame.

Le raccomandazioni che Amnesty International ha rivolto all’Italia sono le
seguenti:

Reato di tortura
Introdurre nell’ordinamento italiano il reato di tortura adottando una definizione di tortura che includa tutti gli elementi contenuti nell’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

‘Pacchetto sicurezza’
Modificare le disposizioni del ‘pacchetto sicurezza’ che possono risultare discriminatorie nei confronti delle minoranze che vivono in Italia. Assicurare che le disposizioni del ‘pacchetto sicurezza’ siano pienamente conformi agli obblighi dell’Italia derivanti dalle norme internazionali sui diritti umani garantendo, in particolare, il rispetto del diritto a un alloggio adeguato e fornendo assistenza in tal senso. Astenersi da azioni che potrebbero indurre alla discriminazione e all’ostilita’ verso minoranze quali i rom, i sinti e i migranti.

Migranti, richiedenti asilo e rifugiati
Assicurare il pieno rispetto dei diritti umani dei richiedenti asilo, dei migranti e dei rifugiati. Cooperare strettamente con gli altri paesi affinche’ coloro che vengono soccorsi in mare siano portati immediatamente in un luogo sicuro nel pieno rispetto del principio di non-refoulement, e abbiano accesso a un’equa e soddisfacente procedura di asilo.
Assicurare che il controllo delle frontiere non sia realizzato a scapito dei diritti umani dei migranti ma rispetti gli obblighi internazionali e regionali sui diritti umani; porre fine immediatamente al trasferimento verso la Libia di cittadini di paesi terzi intercettati nelle acque internazionali.

Sgomberi forzati
Assicurare che gli sgomberi forzati siano eseguiti solo dopo aver valutato ogni altra soluzione alternativa e includano un’effettiva consultazione delle persone coinvolte e una notifica dello sgombero in anticipo, con tempi ragionevoli e adeguati.
Garantire una sistemazione alternativa e il diritto di ricorrere legalmente contro lo sgombero contestandolo davanti alla magistratura.

Accordi di diritto internazionale
Rispettare la Convenzione europea sui diritti umani, il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

Legislazione anti terrorismo
Rendere la legislazione antiterrorismo, incluse le norme della legge Pisanu, conforme agli obblighi internazionali dell’Italia sui diritti umani.
Astenersi dal trasferire persone verso paesi dove potrebbero subire torture o altri maltrattamenti. Dare piena e immediata attuazione alle decisioni della Corte europea dei diritti umani.


Aziende estrattive

Adottare una legislazione che imponga alle aziende estrattive italiane di prendere tutte le misure necessarie e adeguate per rispettare e tutelare i diritti umani nel corso delle operazioni che conducono all’estero, con particolare attenzione alle aree ad alto rischio come il Delta del Niger.

Stabilire un meccanismo di supervisione parlamentare che riceva ed esamini le denunce relative alle attivita’ delle aziende del settore estrattivo.
Assicurare che le vittime di violazioni dei diritti umani causate dalle aziende estrattive italiane possano avere accesso a una tutela efficace, compresa la possibilita’ di accedere ai tribunali italiani, nel caso in cui tale possibilita’ sia negata nel loro paese.
Assistere il governo della Nigeria nell’istituzione di un ente indipendente che supervisioni le operazioni estrattive relative a gas e petrolio.

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