Tremonti ci ricasca. Dopo che l’anno scorso aveva inserito le scuole private tra i beni e le prestazioni di servizi «di lusso» su cui gli ispettori dell’Agenzia per le entrate erano invitati ad indagare, ora mette l’iscrizione dei figli alle scuole paritarie nel nuovo redditometro, al pari di macchine extralusso. Famiglie e scuole paritarie, così, dovranno fare i conti con due passaggi difficilissimi: le famiglie con il rischio di essere segnalate come detentrici di cospicui patrimoni e, dunque, come possibili evasori; le scuole paritarie con un nuovo pesantissimo taglio di 228 milioni di euro in Finanziaria 2011, pari al 46% del finanziamento originariamente previsto. La Cei ha già alzato la voce: la scuola paritaria non è «un lusso» ma «un diritto» e sarebbe «un paradosso penalizzare le famiglie che lo esercitano, a costo di sacrifici».
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