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Sanità & Ricerca

Le vacanze degli altri

Da Rimini un malato di Aids ci invia la sua preghiera

di Redazione

Non è solo il fatto di abitare a Rimini e di vedere migliaia di persone che vengono in ferie che mi fa pensare alle vacanze. Non mi importa di andare chissà dove, mi piacerebbe solo per qualche giorno non sentire l?orologio che suona ogni 2-3 ore, non essere obbligato a mangiare quando non ne hai proprio voglia o dover stare a digiuno anche quando vorresti bere una bella bibita fresca. Mi piacerebbe andare a dormire quando ho sonno senza essere condizionato dalle medicine e, ogni tanto, starmene a letto al mattino senza essere obbligato ad alzarmi per mangiare. Insomma mi piacerebbe, come tutti, ?essere? in vacanza per qualche giorno dalla routine quotidiana. Nelle mie preghiere di questi giorni al Signore gli ho confidato che è un po? pesante essere obbligato alla mattina alle 8 a mangiare (lottando spesso con gli urti di vomito) perché le pillole di quell?ora vanno prese a stomaco pieno; poi stare a digiuno per 2 ore perché le pillole delle 10,15 vanno prese a stomaco vuoto e per bere quel benedetto caffè tanto sospirato attendo le 11 per dare tempo alle medicine di fare il loro effetto. Poi fino a pranzo sono libero, ma devo mangiare entro le 13 perché alle 15 le pillole devono essere assunte a stomaco vuoto (le solite due ore per liberarsi lo stomaco ma non per liberarsi dai bruciori di stomaco). Il pranzo deve essere leggero, anche se ho appetito, perché dopo aver aspettato 45 minuti, alle 15,45 devo di nuovo mangiare perché le pillole delle 16 vanno prese a stomaco pieno. Dalle 16 alle 18 sto a digiuno perché le pillole delle 18 sono da prendere a stomaco vuoto. Poi tra le 19 e le 20, provo a cenare. Qualcosa devo mangiare, perché durante la cena prendo altre pillole, ma devo tenermi un po? di fame per la serata. Dalle 20 alle 22 non mangio niente (neanche i gelati che con questi caldi allieterebbero la serata) perché alle 22 prendo altre medicine a stomaco vuoto. Do loro un?oretta di tempo perché facciano (speriamo!!) il loro effetto e tra le 23 e le 24 mi ritrovo a tavola, con gli occhi mezzi chiusi per il sonno, a mangiare di nuovo, perché le ultime 3 pastiglie ( per un totale di 54 che ho ingoiato durante il giorno), l?ultimo ?impegno lavorativo? della giornata, va fatto a stomaco pieno e cosi poi sono ?libero? di andare a dormire. Pensando poi, che proprio tu Signore hai detto: ?chiedete e vi sarà dato?, ho anch?io l’ardire di chiederti di ?essere? in vacanza non solo con il corpo, ma anche con la mente. Cioé mi piacerebbe non dover più leggere episodi come quella coppia di Grosseto suicidatasi perché ?stanca di combattere questa malattia?, mi piacerebbe sentirmi uguale agli altri, non sentire il disprezzo o la paura della gente che ci avvicina; non vedere i malati di Aids allontanati e ghettizzati; mi piacerebbe cambiare casa senza pormi i vari dubbi su come presentarmi, cosa dire e cosa non dire; vorrei che tu ascoltandomi e conoscendo un malato di Aids sappia andare oltre la malattia e scoprire la grande ricchezza che c’è in lui. Ora, caro Signore, mi ritrovo qui su questa panchina a pensare che oggi la tua Parola racconta di quando scendesti dalla barca e dopo aver visto una grande folla, Tu ne avesti compassione e guaristi i loro malati. Perché Signore non guarisci anche me? Perché non fai un miracolo anche per me? Sai, sembra strano, ma la risposta me l?ha data un tuo amico che oggi è venuto a trovarmi. E allora intuisco che l’Aids è colei che mi converte e mi tiene legato a Te. Chissà senza di lei dove sarei adesso. Capisco Signore che mi sarei perso senza questo tuo aiuto, capisco che sarei ?morto? dentro ancora prima di morire fuori e tu sai Signore che quello che desidero di più io, è il sentirmi ?vivo?. Ora mi alzerò da questa panchina, ma non so se riuscirò a ringraziarti, però sarò un po? più ricco e senza il bisogno di ?essere in vacanza?; cambierò la vacanza con la gioia, che tu mi doni, vivendo per te. Stefano Goffi, Rimini


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