Non profit

LEA. Il governo è muto, l’Auser lancia l’allarme

Sui livelli essenziali delle prestazioni sociali la maggioranza se ne lava le mani. L’Auser prova a rimettere al centro il tema.

di Redazione

Serve definire i livelli essenziali
Sui livelli essenziali sociali è caduto da tempo un silenzio assordante, il governo è assente e si sta comportando come Ponzio Pilato: se ne lava le mani. Questo è l’allarme lanciato oggi a Roma dall’Auser in occasione di una tavola rotonda nel corso della quale è stata presentata una ricerca dal titolo “I livelli essenziali delle prestazioni sociali”, curata da Servizi Nuovi. Secondo l’Auser bisogna riportare il tema al centro dell’agenda politica. «La ricerca vuole essere uno strumento», ha spiegato Michele Mangano, presidente dell’Auser, «per indicare un percorso che tenendo conto degli effetti che potrebbe avere il federalismo fiscale porti a una definizione dei livelli essenziali e ad una loro graduale disponibilità su tutto il territorio nazionale». 

Le regioni fanno quello che possono

Al momento, solo qualche regione è intervenuta per definire sul suo territorio i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Un caso più unico che raro, lo rappresenta la Toscana. «Abbiamo stanziato nel complesso 550 milioni di euro, di cui 180 ricavati dai fondi aggiuntivi del bilancio», ha detto Gianni Salvadori, assessore alle Politiche sociali e sport. «Quest’ultima somma sarà destinata ai 40mila soggetti non autosufficienti residenti nel nostro territorio. Con questi soldi abbiamo fiato fino al 2011».

Rispettare la dignità delle persone
Secondo Alessandro Montebugnoli, presidente di Servizi Nuovi: «garantire autonomia ai soggetti disabili o alle persone anziane non significa solo puntare sulle prestazioni ma bisogna porre attenzione anche a quelle esperienze di vita a cui si attribuisce un valore, come per esempio al potersi muovere». Dunque secondo quanto è stato sottolineato nella ricerca, il livello essenziale delle prestazioni è quello che consente di rispettare la dignità della persona umana.

 Le voci dei protagonisti
«Con questo Governo, non c’è stata fino ad ora quasi nessuna occasione di dialogo», si è lamentata Morena Piccinini, segretario confederale Cgil. «L’esecutivo, nella logica del federalismo fiscale ha fatto una scelta politica precisa», spiega la sindacalista:«ha delegato le politiche sociali ai territori».
Andrea Oliviero, portavoce del Forum Terzo Settore ha sottolineato invece che «oltre a quello fiscale, bisogna applicare un federalismo basato sulla volontà di migliorare il benessere dei cittadini». Questo, secondo Oliviero è il banco di prova della «tenuta della coesione sociale nel nostro Paese, perchè dai livelli essenziali passano anche la democrazia e la cittadinanza».
Livia Turco, parlamentare del Pd ha lanciato la proposta di «costruire una nuova primavera delle politiche sociali». Per farlo, la Turco chiama a raccolta tutte le forze sociali affermando che «bisogna tornare a fare squadra al fine di costruire per legge i livelli essenziali delle prestazioni sociali». Questa, secondo l’esponente del partito d’opposizione potrebbe essere l’occasione per mettere in campo un grande processo partecipativo.

 di Costantino Coros

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.