In vacanza con
L’estate con la Lega del Filo d’Oro: «Una grande ricchezza anche per noi volontari»
Nel 2025 i soggiorni estivi della Lega del Filo d'Oro sono stati nove, tra mare e montagna. Un momento prezioso per le persone ospiti, ma anche per i volontari, che tornano a casa con un enorme bagaglio di esperienze e di ricordi. «Ogni volta che parlo di questi viaggi mi commuovo», confida con la voce rotta Patrizia Marroni, volontaria di Roma che quest'anno ha deciso di partecipare a ben due settimane al mare e in montagna

I soggiorni estivi sono una delle attività più caratterizzanti – e di lunga durata – della Lega del Filo d’Oro: il primo risale al 1964, addirittura pochi mesi prima della costituzione formale dell’associazione. Nel tempo, questa possibilità è aumentata sempre di più, arrivando alle nove settimane del 2025, tra mare e montagna. Per le persone sordocieche e con pluriminorazioni psicosensoriali queste vacanze sono momenti preziosi: permettono di sperimentare l’autonomia e di vivere esperienze diverse dal solito, in un contesto in cui possono avere tutta l’assistenza di cui hanno bisogno. Ma a tornare a casa ancora più arricchiti, forse, sono i volontari. «Ci portiamo a casa sempre tantissimo, una grande forza e un’enorme soddisfazione», dice Patrizia Marroni, volontaria della sede di Roma, alla sua seconda estate con la “Lega”. Mentre parla, non riesce a trattenere la commozione: fare questa esperienza è stato un momento fondamentale di crescita, anche alle soglie della pensione.
Da dov’è nata la decisione di partire per fare i soggiorni della Lega del Filo d’Oro?
Sono volontaria da due anni nella sede di Roma; è il secondo soggiorno estivo che faccio. Entrambe le volte sono stata a Porto d’Ascoli, vicino a San Benedetto del Tronto. Sono state due esperienze bellissime, anche se ognuna sé. Quest’anno accompagnavo una signora cieca di origine siberiana che vive in Toscana. Partecipare ai soggiorni estivi con la “Lega” è sicuramente volontariato e aiuta le persone, ma probabilmente chi torna a casa più arricchito siamo noi.
Come mai?
Ogni volta che ne parlo mi emoziono. Le persone che accompagniamo hanno una forza particolare, affrontano la loro disabilità in un modo che io non riuscirei nemmeno a immaginare. La signora che era in camera insieme a me, per esempio, era cintura marrone di judo, faceva piscina. Siamo andati alle giostre, io avevo una paura incredibile, mentre lei è salita tranquillamente. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare e ci siamo divertite molto.
Oltre ad andare alle giostre, cosa avete fatto in questa settimana?
Siamo arrivati il sabato e purtroppo abbiamo trovato due giorni di maltempo, ma le responsabili sono riuscite a organizzare attività alternative: siamo andati in un centro commerciale là vicino, abbiamo fatto un giro per i negozi e la sera siamo stati nell’albergo, dove erano stati preparati dei giochi. Nelle giornate successive siamo andati al mare la mattina, siamo stati sul pedalò, abbiamo fatto yoga. Poi ovviamente dipende da cosa preferiva fare la persona, ovviamente. Un giorno siamo andati a visitare un oleificio vicino ad Ascoli, ci hanno raccontato l’azienda e abbiamo fatto una degustazione di oli. Una sera siamo andati alle bancarelle, un’altra siamo andati al bar, un’altra ancora siamo andati a ballare; l’ultima sera abbiamo fatto la riunione prima coi volontari, poi con le persone ospiti. Abbiamo raccontato ognuno la nostra esperienza, quello che ci è piaciuto di più e quello che ci è piaciuto di meno, ma in generale tutti sono stati contenti.
Cosa le è piaciuto di più?
Queste riunioni finali. Sono il momento in cui si riassume tutto quello che si è fatto durante la settimana: sentire le persone soddisfatte è la cosa che fa più piacere. Noi volontari non sappiamo mai se siamo all’altezza di quello che gli ospiti si aspettano; ognuno è diverso, ognuno ha il suo carattere. Cerchiamo di dare il meglio di noi stessi, certo, ma non siamo sicuri che sia quello che rende felici le persone e quello che vogliono davvero fare.

Ha intenzione di ripetere questa esperienza nei prossimi anni?
Certo, non il prossimo anno, questo! Dal 24 al 31 agosto andrò anche al soggiorno in montagna e sarà per me la prima volta. Poi anche in diversi periodi faccio dei “mini-soggiorni” di un weekend, con chi frequenta la sede di Roma.
Continua a sentire le persone con cui era in camera nei soggiorni?
Con la signora di quest’anno ci siamo sentite via messaggio quando è arrivata a casa, per sapere se era andato tutto bene. È passata una settimana. Con la ragazza di Napolo con cui ero abbinata l’anno scorso ancora ci sentiamo, ci chiamiamo. Speravamo di incontrarci di nuovo, ma lei è andata a giugno, io invece alla fine di luglio. Ogni volta che parliamo, però, mi dice di andare a trovarla nella sua città: è una cosa che mi sono ripromessa di fare a settembre.
Consiglierebbe ad altri di fare volontariato durante i soggiorni?
Sicuramente, ma è qualcosa che una persona deve fare perché lo sente. Bisogna essere pronti a quello che si andrà a fare. Anche se si riceve più di quello che si dà, si deve comunque metterci forza e impegno.
Foto nell’articolo fornite dall’intervistata
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