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L’ex paese di Perseo

Film.Ottima animazione nella pellicola di Marjane Satrapi.Un autobiografia sull'Iran del dopo sci

di Maurizio Regosa

Un titolo che ci riporta indietro di millenni. Quando la civiltà nasceva ed era lì, nelle terre oggi che appartengono all?Iran. È già una dichiarazione. D?amore e di tristezza. Marjane Satrapi sa bene cos?era il suo Paese e non nasconde, al pubblico che già leggeva i suoi fumetti, quel che è diventato. Cose note, direte voi. La caduta dello scià, la rivoluzione, la guerra contro l?Iraq. Certo: vicende note ma forse mai raccontate con questa sincerità e dal punto di vista di un?adolescente. Che non comprende subito, ovviamente, ma scruta i cambiamenti e le nuvole all?orizzonte.

Marjane mette in scena se stessa e i risvolti privati che l?evoluzione del suo Paese producono sulla sua esistenza. Risvolti che appartengono alla storia ma soprattutto all?immaginario, quel delicato terreno immateriale grazie al quale ciascuno di noi prende la sua strada. Ecco così, accanto ai suoi genitori (due belle figure, veramente), la nonna, libera nel giudizio e coraggiosa; ecco lo zio, perseguitato prima dallo scià e poi dai rivoluzionari islamici. Adulti grazie ai quali la giovane protagonista (non un?eroina, semmai una normale ragazza pensante) comincia a prendere coscienza e finisce con l?accettare, giovanissima, un vero e proprio esilio. È l?Europa, altro mondo dove fare tante scoperte. La libertà di giudizio naturalmente. Ma anche l?effetto dei pregiudizi (mirabile la rappresentazione degli adulti, tra indifferenza e malafede). O l?atteggiamento dei coetanei, questo sì articolato e oscillante (si va dai good boys alla bohème nichilisteggiante). Fenomeni cui Marjane guarda con un?ironia brillante e non priva di speranza.

Lo si diceva: Persepolis – diretto dalla Satrapi assieme a Vincent Paronnaud, realizzato con uno stile prezioso e con una cura per i dettagli veramente notevole – non è la narrazione di un personaggio straordinario: tradita dal suo primo grande amore, si deprime fino ad ammalarsi e a decidere di tornare in patria. Dove troverà una situazione di ancor più grave chiusura. E da dove sarà costretta di nuovo a partire. Epilogo che ci riporta ai problemi di oggi, arricchiti però da questo film d?animazione sceneggiato benissimo e messo in scena ancor meglio grazie a un bianco e nero raffinato e costruito sul principio della variazione e della mobilità interna al quadro. Un effetto molto affascinante che implicitamente suggerisce la difficoltà di imprigionare l?esistenza entro gli schemi rigidi dell?ideologia o dell?integralismo. Ci si può anche provare, ma la vita ha mille modi per riaffermarsi?


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