Mondo
Libano/1: D’Alema, “serve un corridoio umanitario”
Così il Ministro degli Esteri al termine di un colloquio alla Farnesina con il leader politico libanese Saad Hariri, il figlio dell'ex premier Hariri
di Redazione
La missione in Italia di Saad Hariri, leader della maggioranza libanese e figlio dell’ex premier Rafiq assassinato nel febbraio 2005, e’ servita a strappare il via libera italiano alla proposta di un corridoio umanitario verso il Libano per far defluire le centinaia di migliaia di sfollati e far arrivare beni e medicinali nel Paese dei Cedri.
“Sul piano immediato”, ha affermato il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, al termine dell’incontro con Hariri alla Farnesina, “cio’ che appare necessario e’ aprire un corridoio umanitario che potrebbe collegare il Libano a Cipro e consentire l’afflusso di consistenti aiuti alla popolazione libanese”. “Un appello in questo senso”, ha sottolineato il capo della Farnesina, “e’ stato lanciato anche dal Santo Padre”. Inoltre, ha aggiunto D’Alema, quella del corridoio umanitario “potrebbe essere una concreta iniziativa dell’Europa” e l’Italia “e’ disposta a parteciparvi”.
D’Alema, nel rinnovare l’appello al cessate il fuoco, ha cosi’ fatto propria la richiesta di Hariri che aveva sottolineato come in Libano vi siano “mezzo milione di sfollati che soffrono la fame e la carenza di medicinali”. Secondo il leader di ‘Future movement’, la situazione e’ diventata “insopportabile” e “non e’ giusto che il popolo libanese paghi il prezzo di una guerra che non ha voluto”. Il leader della maggioranza parlamentare di Beirut ha definito “inaccettabile” il modo in cui Israele sta bombardando il suo Paese e ha criticato Iran e Siria per i tentativi di “influenzare la politica libanese”.
Dell’ipotesi di un corridoio umanitario per la popolazione libanese Hariri ha parlato anche con il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che lo ha ricevuto in mattinata a Palazzo Chigi. La proposta, alla quale Israele ha annunciato che non si opporra’, era stata avanzata ieri dal presidente della Repubblica Francese, Jacques Chirac. Su un’eventuale nuova missione delle Nazioni Unite in Libano, Hariri e D’Alema hanno mostrato, invece, molta piu’ cautela.
Per il ministro l’invio un contingente Onu in Libano non e’ questione di giorni: D’Alema ha escluso che si sia “alla vigilia della partenza dei caschi blu” per il Paese dei cedri. “Credo”, ha spiegato, “che in questo momento non siamo ancora in una fase in cui si discute di una forza internazionale che sta per partire”. “E’ importante”, ha chiarito, “mettere sul tavolo la disponibilita’ perche’ significa anche che la comunita’ internazionale e’ pronta a contribuire alla sicurezza del Libano e allo stesso tempo di Israele”. Ma, ha precisato, “e’ chiaro che perche’ possa configurarsi concretamente una missione internazionale di questo tipo, occorre innanzitutto che ci sia un cessate il fuoco e la piena disponibilita’ delle parti ad accettare” una eventuale missione Onu. D’Alema ha poi definito l’attuale situazione “ancora molto complessa”. “I pochi caschi blu che sono in Libano”, ha osservato, “al momento stanno nei bunker per ripararsi dai bombardamenti”.
“In prospettiva, nel quadro ampio di una piena occupazione dell’armistizio tra Libano e Israele”, ha precisato, “noi abbiamo ribadito la disponibilita’ dell’Italia a contribuire a una forza internazionale, qualora il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ne deliberasse la presenza e qualora fosse ritenuta necessaria da entrambe le parti”. Dello stesso avviso Hariri, secondo il quale una nuova missione Onu “dovrebbe essere discussa e approfondita, ma che prima si dovrebbe arrivare a un accordo definitivo” tra Israele e Libano.
A una domanda specifica a proposito della posizione di Beirut sull’invio di altri caschi blu, Hariri ha detto che il governo libanese “ha chiarito piu’ volte di essere responsabile della sicurezza su tutto il territorio del Libano” e che prima di qualsiasi altra cosa “e’ necessario trovare una soluzione definitiva” al conflitto. Durante il suo soggiorno a Roma, il rappresentante libanese, reduce da una missione diplomatica che l’ha portato al Cairo, a Kuwait City e a Ankara, e’ stato ricevuto in udienza dal Papa e ha incontrato il presidente del Consiglio Romano Prodi. Durante l’incontro con D’Alema, Hariri ha voluto sottolineare come “nella storia” l’Italia sia “sempre stata dalla parte del Libano e del suo popolo”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.