Mondo

Libano, Amnesty chiede all’Onu di proteggere i civili

L'ong deplora l'atteggiamento del G8

di Redazione

Amnesty International ha chiesto oggi al Consiglio di sicurezza dell’Onu
di riunirsi urgentemente per adottare misure in grado di proteggere i
civili coinvolti nell’escalation del conflitto tra Israele e Libano.
L’organizzazione, che condanna nuovamente i continui attacchi contro la
popolazione civile compiuti da Israele e dagli Hezbollah, ha anche
deplorato l’atteggiamento degli Stati membri del G8, che non hanno posto
al di sopra della politica la questione della protezione dei civili nel
conflitto.

“Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una tremenda escalation degli
attacchi contro la popolazione civile e le infrastrutture civili. Cio’
nonostante, i leader del G8 sono ampiamente venuti meno ai loro obblighi
morali e legali di affrontare queste flagranti violazioni del diritto
umanitario, che in alcuni casi costituiscono crimini di guerra” ? ha
dichiarato l’organizzazione per i diritti umani, aggiungendo che “al di
la’ dello sterile esercizio dell’attribuzione delle responsabilita’, ora
servono proposte concrete per fermare con la massima urgenza le uccisioni
di civili sia in Libano che in Israele”.

In particolare, Amnesty International ha chiesto al Consiglio di sicurezza
di autorizzare e inviare una missione conoscitiva dell’Onu, col compito di
indagare sugli attacchi contro la popolazione civile e obiettivi civili e
su altre violazioni del diritto umanitario. La missione dell’Onu dovrebbe
raccomandare misure efficaci che tutte le parti coinvolte dovrebbero
adottare per risparmiare vite civili; dovrebbe, inoltre, valutare se
rafforzare l’esistente Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano
(Unifil) o dispiegare un’altra forza internazionale di peacekeeping, al
fine di assicurare una protezione efficace della popolazione civile e
delle infrastrutture civili.

Amnesty International ha chiesto, inoltre, al Consiglio di sicurezza di
ordinare la sospensione di tutte le forniture militari a Israele e agli
Hezbollah fino a quando ciascuna parte non avra’ preso appropriate misure
per garantire che la popolazione civile e gli obiettivi civili non saranno

attaccati.

L’indagine conoscitiva dell’Onu dovrebbe essere munita di risorse
adeguate; dovrebbe essere condotta da personale indipendente dotato di
necessaria esperienza nella conduzione di indagini penali e medico-legali;

dovrebbe comprendere esperti nel campo della medicina legale, della
balistica, dei diritti umani e del diritto umanitario. Tutte le parti in
conflitto dovrebbero accettare di cooperare pienamente e garantire agli
esperti pieno accesso a persone, luoghi e documentazione.

In Libano, e’ la popolazione civile a pagare il prezzo piu’ alto dei
bombardamenti israeliani. Almeno 200 civili tra cui decine di bambini,
figurerebbero tra le 216 vittime libanesi colpite dagli attacchi
israeliani a partire dal 12 luglio. Nello stesso periodo, gli Hezbollah
hanno ucciso 12 civili israeliani, tra cui un bambino, lanciando razzi
contro il nord di Israele, oltre a 12 militari. Centinaia di altre
persone, tra cui molti civili, sono rimaste ferite da entrambe le parti.

Le forze israeliane hanno compiuto distruzioni su vasta scala di
infrastrutture civili in tutto il Libano, prendendo deliberatamente di
mira e bombardando decine di ponti, strade e centrali elettriche,
l’aeroporto internazionale di Beirut, porti, depositi di grano e altre
installazioni. Decine di migliaia di civili sono stati costretti ad
abbandonare le proprie abitazioni, specialmente nel Libano meridionale e
nei quartieri periferici di Beirut.

Gli Hezbollah hanno a loro volta mostrato profondo disprezzo per le vite
civili, indirizzando centinaia di katiuscia e di razzi d’altro genere
contro citta’ e villaggi del nord di Israele, uccidendo diversi civili
israeliani e ferendone molti altri, causando seri danni alle case e ad
altre proprietà civili.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.