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Libano: Avsi di fronte all’emergenza

Per l'Ong italiana, presente in Libano dal 1996, "la pianificazione degli aiuti umanitari è molto complicata"

di Redazione

“Nonostante lo scorso 14 agosto siano cessate le ostilita’ tra le Forze israeliane e i miliziani sciiti Hezbollah libanesi e’ molto difficile pianificare il lavoro di emergenza”. Lo afferma Avsi, ong italiana impegnata in Libano per coordinare progetti di emergenza umanitaria e costretto a rimpatriare i propri operatori agli inizii di agosto dopo lo scoppio del conflitto.

Per il momento Avsi ha focalizzato i suoi primi interventi (da agosto a ottobre 2006) a favore di 2.000 persone sfollate a nord del Libano (Zgharta) e nella valle della Bekaa, agevolando il rientro nelle loro case, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie, distribuendo kit di igiene personale ogni settimana per ogni beneficiario; fornendo acqua potabile, cibo per bambini con meno di 5 anni di eta’ (come latte in polvere e omogeneizzati); istallando docce portatili, altrimenti inesistenti, nei centri per gli sfollati e fornendo anche un supporto psicosociale, come attivita’ ricreative soprattutto a bambini ospitati nei centri per sfollati.

Tutti progetti realizzati grazie alla collaborazione decennale con i partner locali di Avsi, come Caritas Libano e l’Associazione La Libanaise, con le quali si sostengono a distanza anche 1.500 bambini. Oltre alle azioni di emergenza, Avsi dichiara di star sostenendo la ripresa delle attivita’ del settore agricolo: ”Stiamo lavorando alacremente nella zona del fiume Litani, vicino alla linea blu – afferma dal Libano Alberto Piatti, segretario generale di Avsi – per evitare ulteriori danni. I bombardamenti hanno distrutto il sistema di irrigazione mettendo a dura prova la possibilita’ di ottenere i raccolti della valle della Bekaa. Stiamo quindi effettuando un intervento di emergenza per ripristinare due dei canali che distribuiscono l’acqua nella valle, sperando cosi’ di salvare il raccolto”.

La guerra in Libano, iniziata lo scorso 12 luglio, ha provocato una grave situazione umanitaria, come dichiara l’Avsi: circa 950.000 persone sfollate dalle regioni del sud e dalla valle della Bekaa, territori pesantemente colpiti dalla guerra, riversatesi in altre regioni libanesi piu’ sicure, ospitate in centri di accoglienza allestiti nelle scuole o presso famiglie di amici. Molte le persone che hanno aperto le proprie case per ospitare interi nuclei familiari in fuga. Con l’intensificarsi delle azioni militari, continua l’Avsi, il numero degli sfollati cresceva di giorno in giorno.

Degli oltre 900 mila sfollati, circa 700 mila avevano cercato rifugio in Libano, mentre i restanti in territorio siriano (circa 230.000). Secondo i dati raccolti dal team di Avsi al 13 agosto, erano 4.706 gli sfollati nelle province di Zgharta (al nord del Libano) e Zahle (nella valle della Bekaa), dei quali 2.794 ospitati in famiglie, 23 rifugiati nelle scuole e 1.912 nei centri allestiti in citta’. Nella sola provincia di Zgharta, i bambini sfollati erano 1.102: oltre 600 avevano trovato accoglienza in famiglie e piu’ di 400 nei centri realizzati appositamente per l’emergenza. In tutti i centri visitati dall’e’quipe di Avsi si e’ constatato una grande carenza di acqua, benche’ fornita dalle municipalita’ e dalla locale protezione civile. Molti, infatti, i casi registrati di diarrea, specie nei bambini. Se esistevano latrine nei centri, non c’erano pero’ docce, obbligando le persone a lavarsi nei lavandini, naturalmente senza acqua calda. In questi centri di accoglienza le condizioni sanitarie erano accettabili, nonostante l’alto rischio di diffusione malattie, specialmente per i gruppi piu’ vulnerabili, come donne, bambini e anziani.

”Ora, con il cessate il fuoco, gli sfollati stanno rientrando nei loro villaggi, nelle loro case. O in quello che rimane delle loro abitazioni”, dichiara l’Avsi. ”La vita deve andare avanti. I bambini dovranno riprendere le scuole. Gli adulti dovranno, anche se lentamente, riprendere le attivita’ lavorative. Molte scuole dovranno essere ricostruite. Cosi’ come case e infrastrutture. Ora piu’ che mai e’ necessario stare accanto a questa gente. Portando conforto e condividendo la vita di tutti i giorni”.

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