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Libano, Tavola della Pace: “Spazio anche ai civili”

L'appello dei due coordinatori Flavio Lotti e Grazia Bellini

di Redazione

La missione di pace in Libano approda in Parlamento e la Tavola della pace presenta nuove proposte concrete per favorire il suo successo.

?Non basteranno i militari, hanno affermato Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace. In Libano serve anche una forte componente civile. L?Italia deve costruirla anticipando una decisione che deve diventare europea. La missione dell?Onu non deve fallire e la componente civile è indispensabile.?

Data la natura complessa e l?alto rilievo della missione dell?Onu in Libano l?Italia, l?Europa e la comunità internazionale non possono fare a meno del contributo insostituibile di una componente civile impegnata a curare la ?dimensione diritti umani? e a promuovere la ?sicurezza umana?.

Quello che serve è innanzitutto personale civile in congruo numero e con appropriata competenza: monitori dei diritti umani, specialisti nel settore dello sviluppo e dell?assistenza umanitaria, personale esperto in comunicazione e dialogo interculturale. L?intera missione UNIFIL deve tener conto dei bisogni fondamentali delle popolazioni che sono afflitte da violenza e da insicurezza. Serve dunque personale civile impegnato in un continuo processo di comunicazione, consultazione e dialogo con le autorità di governo locale, i gruppi e le organizzazioni della società civile, sindacali, religiose, i media locali.

L?Italia ha scommesso sull?Onu. Ora deve prendere l?iniziativa, ancora una volta con coraggio e determinazione, per costruire questa componente civile anche investendo parte delle proprie risorse economiche stanziate per la ricostruzione (gestite dal Ministero Affari Esteri) nelle stesse zone del sud del Libano in cui si trovano ad operare le forze militari dell?Onu.

L?iniziativa del governo italiano potrà contare sulla collaborazione e il contributo autonomo di numerose organizzazioni della società civile e di Enti Locali e riceverà un largo sostegno internazionale. L?attenzione alla dimensione umana delle operazioni di pace è infatti da tempo coltivata nell?ambito delle Nazioni Unite e dell?Unione Europea per iniziativa di centri di studio universitari e di governi, tra i quali esemplare è quello del Canada.

E? importante che tra questi civili ci sia anche un ?difensore civico? o ?mediatore? (ombudsman) che sorvegli il comportamento dei Caschi blu nei loro rapporti con la popolazione. Il difensore civico assegnato alla missione dovrebbe assicurare che i diritti fondamentali siano rispettati, in primo luogo dal personale militare impiegato ed essere responsabile delle indagini sulle denunce fatte dai cittadini del luogo riguardo abusi o infrazioni commesse dalla Forza di pace UNIFIL. La sua nomina dovrebbe essere di competenza del Parlamento Europeo, cui riferirebbe regolarmente e possibilmente anche ai parlamenti nazionali, sia su richiesta sia d?iniziativa se il caso presunto riguarda una specifica forza nazionale di sicurezza; potrebbe agire ulteriormente come ?punto di informazione legale?, informando la popolazione locale sui diritti e doveri e sulle disposizioni giuridiche vigenti durante l?operazione.

Due possono essere gli strumenti per assicurare una forte presenza civile in Libano: il ?Meccanismo di reazione rapida? dell?Unione Europea, già funzionante dal 2001 e il ?Corpo di pace civile europeo?, di annosa preconizzazione e che potrebbe finalmente trovare una prima attuazione nel contesto dell?operazione di pace in Libano.

Tenuto conto che in passato funzionari delle Nazioni Unite hanno tenuto comportamenti che non sono conformi agli ideali e ai principi dell?Onu, con l?effetto di dare scandalo agli occhi dei più bisognosi, occorre che il personale civile da impiegare in questa che si preannuncia o comunque dovrebbe essere una operazione esemplare anche sotto il profilo del rilancio-rinnovamento delle Nazioni Unite, deve essere reclutato attingendo agli ambienti che sono più qualificati e attendibili: università (con specializzazione sui diritti umani) e reputate organizzazioni della società civile.

Il buon funzionamento della missione dell?Onu in Libano può facilitare l?indispensabile iniziativa politica dell?Europa e delle Nazioni Unite per costruire finalmente la pace in Medio Oriente e può aprire la strada a nuove missioni di pace a partire dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania.

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