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Libertà di stampa, Italia 49° per Reporters sans frontieres

L'Italia è scesa dal 44mo al 49mo posto nel rapporto annuale di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa

di Redazione

“La libertà di stampa va difesa in tutto il mondo” e “è inquietante constatare che democrazie europee come la Francia, l’Italia o la Slovacchia continuino, anno dopo anno, a scendere in classifica”. Lo ha detto il segretario generale di ‘Reportes sans frontieres’ (Rsf), Jean-François Julliard, commentando l’ottava classifica mondiale dell’organizzazione sulla libertà di stampa.

“L’effetto Obama che ha permesso agli Stati Uniti di guadagnare 20 posti non basta a rassicurarci -ha proseguito Julliard- Nella zona bassa della classifica, siamo particolarmente preoccupati per la situazione in Iran -ha aggiunto- Il paese si avvicina pericolosamente al terzetto infernale per la libertà di stampa, costituito da anni da Eritrea, Corea del Nord e Turkmenistan”.

La classifica viene stilata sulla base delle risposte al questionario di Rsf inviate da centinaia di giornalisti ed esperti di media e tiene conto delle violazioni della libertà di stampa denunciate per il periodo tra il primo settembre 2008 e il 31 agosto 2009.

L’Europa è stata a lungo esemplare in fatto di libertà di stampa, prosegue ‘Reporter sans frontieres’ (Rsf), ma quest’anno diversi paesi europei sono calati molto nettamente. E anche se i primi 13 posti nella classifica di 175 paesi del mondo sono occupati da paesi europei, altri come la Francia (43ma), la Slovacchia (44ma) e l’Italia (49ma) continuano la loro discesa, perdendo rispettivamente 8, 37 e 5 posti. Si fanno distaccare, indica Rsf, da giovani democrazie africane (Mali, Sudafrica, Ghana) o latinoamericane (Uruguay, Trinidad e Tobago).

Alcuni giornalisti sono ancora minacciati fisicamente in Italia e in Spagna (44ma come la Slovacchia e Capo Verde), ma anche nei Balcani, soprattutto in Croazia (78ma) dove il 28 ottobre del 2008 l’editore e il direttore marketing del settimanale ‘Nacional’ sono stati uccisi in un attentato dinamitardo.

Ma la minaccia principale, avverte Rsf, la più grave nel lungo termine, arriva dalle nuove norme in vigore dal settembre 2008 che mettono in discussione il lavoro dei giornalisti. In Slovacchia è stata introdotta la pericolosa nozione del diritto di replica automatica e accresciuta fortemente l’influenza del ministero della Cultura sulle pubblicazioni.

Anche l’operazione militare israeliana contro la Striscia di Gaza ha avuto ripercussioni sulla stampa, prosegue Rsf, rilevando che Israele perde 47 posti e si classifica in 93ma posizione.

Una caduta libera che fa perdere a Israele il suo primo posto tra i paesi del Medioriente, confinandolo dietro a Kuwait (60ma) ed Emirati arabi uniti (86ma). L’organizzazione ha registrato in Israele 5 fermi e 3 arresti di giornalisti e considera che la censura militare applicata a tutti i media rappresenta una minaccia per la professione.

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