A Napoli dall?inizio dell?anno sono ormai 78 i morti ammazzati sulla strada, pressappoco una vittima ogni due giorni. La settantacinquesima è stata Silvia Ruotolo, una mamma uccisa mentre camminava in una via del Vomero mano nella mano con la figlia Alessandra. Uccisa, si dice così?, per caso.
Vicino a Salerno si ricomincia con i sassi dal cavalcavia. Gli inquirenti hanno fermato un ragazzo di 15 anni descritto così: «Un ragazzo normale, figlio di una famiglia normale».
All?Università La Sapienza di Roma le indagini relativi all?assassinio di Marta Russo mettono in rilievo un dato agghiacciante: sono oltre tremila i dipendenti dell?Università in possesso di porto d?armi. Se avesse ragione Giuseppe De Rita nel suo pessimismo sulla qualità della società civile?
Parà italiani protagonisti di torture e sevizie nella missione di pace in Somalia, un ministro, Beniamino Andreatta che coglie tutte le occasioni per stupirci con le sue tristi corbellerie, un Paese, l?Italia in cui nessuno si accorge, o fa finta di non accorgersi, che nel nostro codice penale, malgrado una legge del 1988 lo prevedesse in sede di ratifica di una Convenzione internazionale firmata da tutti i Paesi del mondo a New York, non è previsto il reato di tortura.
Da dove ripartire dopo una settimana così?
Da una lettera di una mamma di Napoli dopo l?assassinio di Silvia Ruotolo: «Sono la madre di un alunno della scuola Quarati, la stessa frequentata da Alessandra. Voglio ringraziare Silvia per quanto ci ha donato di sé con il suo entusiasmo, la sua generosità. Insieme abbiamo inteso mostrare ai figli come può essere bello essere una comunità viva, che condivide attese, speranze, difficoltà, dolori e ideali. Ma sono qui anche per dire che noi ci siamo per continuare a costruire quel mondo nuovo in cui Silvia credeva, fondato sull?amore e non sulla violenza».
Ai sassi di Salerno risponde, quasi nelle stesse ore, la mamma di Letizia Berdini uccisa da un sasso scagliato da un cavalcavia a Tortona. In un messaggio letto ai quarantamila giovani presenti al pellegrinaggio Macerata-Loreto, dice: «Pregherò per tutti voi affinché possiate capire che il dono più grande che Dio ci ha dato è la vita. Cercate di apprezzarla, di viverla con gioia, ma soprattutto nel rispetto e nell?amore reciproco».
Alla vergogna di un codice penale che non prevede il reato di tortura, pacchia per i violenti in divisa e non, si reagisce invece svegliando con uno schiaffo o con un urlo il soave Beniamino Andreatta, la compagine di governo, gli onorevoli parlamentari. Con una campagna. Si sveglia, non si sveglia, si sveglia, non sveglia…, si sveglia? ?
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.