Lo tsunami civico sta per travolgere Stalingrado. E mandare in frantumi l’ultimo baluardo della politica fatta di sedi, sezioni, bandiere, quartieri (ormai ex) operai e sindacati da generazioni. Siamo a Sesto San Giovanni. Stalingrado d’Italia la chiamavano ai “bei tempi”, 80mila e passa abitanti e ben cinque candidati su otto che si presentano alle prossime elezioni si autodefiniscono “civici”, “nuovi”, lontani dalla politica. Candidati senza sostegno dei partiti ? anzi, alla larga!
In tutta la sua storia la città più popolosa della provincia di Milano ha avuto sempre giunte di un solo colore. Ora quel sistema di potere sembra giunto al capolinea, dopo le dimissioni del sindaco in carica Giorgio Oldrini e le pesanti accuse all’ex primo cittadino Filippo Penati.
L’outsider cattolico
La candidata ufficiale del centrosinistra trema: se non vincesse al primo turno (e i sondaggi dicono che non vincerà), come sfidante potrebbe avere un candidato «alla prima esperienza politica». L’avvocato Gian Paolo Caponi, presidente dei Lions, molto attivo nel volontariato con le associazioni cattoliche. La sua lista si chiama “Sesto nel Cuore”, secondo alcuni sondaggi potrebbe battere la candidata del Pdl già il 6 e 7 maggio. Ha anche l’appoggio di partiti come Fli e Udc senza simbolo ma con la generica sigla “Terzo polo”. «La città si è impoverita, manca il lavoro. La gente non guarda più ai partiti, si fida delle persone», dice Caponi. Dalla sua ha una parte rilevante del mondo cattolico e degli imprenditori. In realtà non è proprio un nome nuovo della politica, si parlava di lui come possibile candidato del centrodestra già nel 2002 e nel 2007. «Gli ultimi vent’anni ci hanno dato un’illusione di benessere, in realtà la città si è impoverita. Non c’è lavoro, per questo le persone non credono più nella politica», spiega Caponi. La sua ricetta? «Ripartire dalle associazioni, dal terzo settore. Sono la vera ricchezza di questa città», dice a Vita il candidato.
«Qui al malumore generale nei confronti dei partiti si è aggiunto il problema locale. Lo scontento si sente», dice Sabina Ballione, sestese dalla nascita, attiva nel volontariato in città e responsabile di Legacoopsociali per la Lombardia. Le liste civiche sono un buon segno? «Più che altro in molti cercano di approfittare della debolezza dei partiti, sperando di far sentire il loro peso al secondo turno», dice la Bellione.
Sarà per questo che la carica dei civici non si ferma ai grillini, che presentano Serena Franciosi, 31enne dipendente di un’azienda farmaceutica. Sulla scheda elettorale i sestesi troveranno anche la Lista Civica “X Sesto”, nata da alcuni esponenti scissionisti del movimento 5 stelle, il loro candidato è il musicista Gianpaolo Nuccini. Ci sono poi le candidature più legate al territorio come quella dei “Giovani Sestesi”, sigla inizialmente vicina al centrosinistra, staccatasi dopo le vicende giudiziarie. La loro aspirante sindaco è Alessandra Aiosa, imprenditrice. Altri invece sono più radicati nel tessuto associazionistico. Come Orazio La Corte, fondatore del circolo locale di Legambiente, sostenuto da due liste ecologiste. Il suo però non è un nome nuovo, ha già esperienza di consigliere comunale nei Verdi, fino al 2009 sosteneva il centrosinistra. «Sono uscito quando le mie proposte sul piano di governo del territorio non sono state ascoltate. Ho fatto bene, le inchieste hanno confermato quello che in molti sapevano», dice La Corte.
Primarie deserte
«Sì, sulla carta ci sono molte liste civiche ma in realtà dietro ci sono anche molti volti noti. Persone che hanno alle spalle altre esperienze politiche», dice Fabrizio Tagliabue, portavoce del Forum terzo settore della Lombardia. Tagliabue a Sesto gestisce una cooperativa sociale legata alle Acli che si occupa di «famiglie e dintorni». «Questa è una città immobile. Il lavoro è fermo, i progetti sulle aree ex industriali sono bloccati, la politica non propone novità. Questa città ha sempre avuto una grande tradizione politica. Vedo in giro molta stanchezza e disinteresse. A mia memoria non era mai capitato prima».
E come pensa invece di uscirne il Pd, da sempre al governo? Con una candidatura vicinissima al sindaco Oldrini: il suo assessore alla Cultura, Monica Chittò. Il suo nome è stato ufficializzato da primarie con una partecipazione record. In negativo. A votare sono andati solo in 2.400, mai così pochi.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.