Welfare
L’Osservatorio: ieri il 67° suicidio, vicini al massimo storico
L'osservatorio permanente sulle morti in carcere ricorda che nel 2009 il totale del morti sale a 169
di Redazione
L’Osservatorio permanente sulle morti in carcere (Radicali Italiani, Ass. “Il Detenuto Ignoto”, Ass. “Antigone”, Ass. A “Buon Diritto”, “Radiocarcere”, “Ristretti Orizzonti”) denuncia l’ennesimo suicidio in carcere, il 67° dall’inizio dell’anno: siamo sempre più vicini al massimo storico, che risale al 2001 (69 casi). Il totale dei detenuti morti nel 2009 sale a 169.
Nel carcere “San Michele” di Alessandria è stato ritrovato morto, Ciro Ruffo, 35 anni, detenuto per reati di criminalità organizzata che aveva da poco iniziato a collaborare con i magistrati. Ciro Ruffo, proveniente dal carcere di Ariano Irpinio, era arrivato al “San Michele” lunedì sera, quindi poche ore prima di morire.
Sabato scorso aveva chiamato la moglie dicendole: «Devo darti una bella notizia: sono arrivate le carte del trasferimento, le aspettavo da quindici giorni. Da lunedì sono più vicino a te, ci vedremo più spesso».
La moglie dichiara: «La direttrice mi ha comunicato che lo hanno trovato impiccato, ma non è vero. Ho visto il corpo all’obitorio del cimitero di Alessandria ha il naso rotto, un livido sotto l’occhio destro, tanti altri lividi sulla schiena, sulla pancia, in faccia. Ha perso sangue dagli occhi e dalle orecchie. È stato pestato».
Dall’inizio dell’anno questo è il terzo suicidio che avviene nella Casa di Reclusione di Alessandria (dove sono ristretti 384 detenuti, per una capienza regolamentare di 263 posti): il 26 aprile scorso si è tolto la vita Franco Fuschi, 63 anni, ex agente segreto, in carcere per traffico di armi, mentre il 17 gennaio morì Edward Ugwoj Osuagwu, 35 anni, nigeriano coinvolto in vicende di droga.
Ma la morte di Ciro Ruffo presenta alcune strane analogie anche con quella avvenuta lo scorso 17 novembre nel carcere di Palmi (Rc), dove Giovanni Lorusso, 41 anni, fu ritrovato cadavere con un sacchetto di plastica infilato in testa e riempito di gas: entrambi i detenuti provenivano dal carcere di Ariano Irpino (Av) ed erano appena arrivati in un nuovo istituto. Inoltre, a detta dei parenti, non avevano alcun motivo apparente né avevano mai manifestato l’intenzione di suicidarsi. Infine, entrambi i corpi, restituiti alle famiglie, risultano “segnati” da ferite.
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