Famiglia

Lubbers (Acnur): nessun legame tra rifugiati e terrorismo

L'Alto Commissario Onu per i rifugiati l'ha sottolineato oggi, invitando i governi a non inasprire le leggi sul diritto d'asilo

di Gabriella Meroni

Non esiste alcun legame tra il diritto d’asilo e la protezione dei terroristi. L’ha sottolineato con forza oggi l’Alto Commissario delle Nazioni Unite Ruud Lubbers, rimarcando l’importanza della protezione internazionale dei rifugiati ed esortando i Governi ad evitare di instaurare un ingiustificato rapporto tra rifugiati e terroristi. Nella sua dichiarazione conclusiva al meeting annuale del Comitato Esecutivo (Excom) dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Lubbers ha evidenziato come gli attacchi terroristici dello scorso 11 settembre agli Stati Uniti abbiano concentrato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla lotta contro il terrorismo. Diversi Stati stanno quindi valutando di inserire ulteriori misure di sicurezza nelle procedure di determinazione dello status di rifugiato. “Dobbiamo assicurarci che la lotta contro il terrorismo non indebolisca il regime della protezione internazionale” ha affermato. “Tutti voi potete svolgere un ruolo fondamentale nel trasmettere ai vostri Governi la necessità che la Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati non venga erroneamente presentata come uno strumento che fornisce rifugio per i terroristi” ha dichiarato ai rappresentanti dei 57 paesi che costituiscono il “governo” dell’Unhcr. “La Convenzione, quando propriamente applicata, non rappresenta una protezione per i criminali. Al contrario è stata formulata attentamente in modo da escludere le persone che abbiano commesso crimini particolamente gravi”. Pur riconoscendo che la comunità internazionale debba combattere il terrorismo e gli abusi dell’asilo, Lubbers ha ribadito come “non debbano essere instaurati legami ingiustificati tra rifugiati e terrorismo, tra rifugiati e crimine”. L’Alto Commissario ha poi esortato i Governi donatori a finanziare interamente il bilancio dell’Unhcr per il 2002 di 828 milioni di dollari – oltre 1.700 miliardi di lire – notando come le attuali stime già prevedano un sottofinanziamento del 10%. Inoltre, più di 100 milioni di dollari – su un totale di 882 milioni di dollari del budget per l’anno in corso – non sono ancora stati reperiti. Quest’anno il budget dell’Unhcr è già stato ridotto del 10% con una contemporanea riduzione del personale del 16%. Questo per far fronte ad una riduzione dei contributi da parte dei Governi. Allo stesso tempo, ha rilevato Lubbers, i Governi donatori continuano a esercitare pressioni sull’Agenzia affinché questa migliori la qualità della propria attività in favore dei quasi 22 milioni di rifugiati in tutto il mondo. “Non è possibile per l’Unhcr combattere una guerra su due fronti: migliorare i risultati e la qualità senza adeguati finanziamenti” ha dichiarato l’Alto Commissario. Lubbers ha inoltre esortato i Governi donatori affinché il recente appello di emergenza per le operazioni di assistenza in Afghanistan di 268 milioni di dollari – oltre 560 miliardi di lire – non sottragga finanziamenti alle operazioni nel resto del mondo. “I contributi in favore dell’appello per l’Afghanistan non devono tradursi nel mancato finanziamento degli altri programmi in favore dei rifugiati” ha ribadito. “Nessuna operazione in favore dei rifugiati può essere dimenticata”.

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